di Claudio Gallini
Il prossimo 10 dicembre si celebrerà il primo anniversario della scomparsa di Carmen Artocchini, vera custode della piacentinità dei nostri tempi.
Carmen Artocchini in un recente scatto. (Fonte immagine: www.liberta.it) |
Il sottoscritto ebbe l’onore di conoscerla nel 2010 quando terminai la stesura del volume “Il castello di Boli” (Edizioni Tip. Le. Co.) chiedendole la disponibilità alla lettura dell’elaborato in bozza, per riceverne un parere.
La copertina de, "Il castello di Boli" (Edito da Tip. Le. Co. nel 2010) Un fortilizio esaminato anche da Carmen Artocchini nel famoso volume: "Castelli piacentini". |
Con la pazienza e la dedizione che può avere soltanto l’insegnante che ha ricevuto questa vocazione, mi invitò in più riprese direttamente a casa sua per le dovute correzioni, aggiunte e consigli, sino alla stampa.
Tra i tanti suggerimenti che da lei accolsi, rammenterò sempre questa riflessione:
“Si ricordi Gallini che la miglior medicina per la vecchiaia sono queste cose, perseveri pertanto a studiare, a ricercare le cose che più le piacciono e studi, studi sempre così manterrà il cervello sempre in movimento”.
Conserverò con amore eterno questo e tutti i suoi preziosi consigli e avrò sempre dentro di me il ricordo di aver conosciuto una persona straordinaria; lei mi accolse con un tono materno anziché con l'alterigia di certi “professoroni”. Carmen Artocchini condivise con me le sue indagini, i suoi segreti di ricercatrice, senza essere gelosa dei suoi risultati e delle sue fatiche.
Il maestoso e importante volume di Carmen Artocchini dedicato ai castelli piacentini (Edizioni TEP Piacenza, 1983) |
Uno spirito invidiabile quello di donarsi agli altri, anche ad uno sconosciuto che coraggiosamente telefonò a casa sua chiedendole, incespicando un po’ le parole per l'imbarazzo, se era disponibile a perdere un po’ del suo prezioso, sempre striminzito, tempo.
Cercheremo ora di ricordare quest’importante figura della cultura piacentina attraverso una sintetica biografia a lei dedicata.
Carmen Artocchini era nata nel “Cantone del Pozzo”, quindi una “piaṡinteina pròpi, ma pròpi dal sass”, e dopo essersi diplomata al Colombini con la licenza magistrale conseguì la laurea in lettere a Torino.
E’ stata anzitutto una donna nata per la scuola, come indicai già all'inizio di questo scritto, la sua fu una vera propria vocazione per l'insegnamento.
E’ stata com'è detto insegnante per oltre trent'anni all'"Istituto Romagnosi”; era professoressa di italiano, storia e geografia per generazioni di studenti del biennio che la chiamavano amorevolmente “zia” anziché “prof”.
Il colosso, "400 ricette della cucina piacentina". (Ed. Molinari). |
È stata anche assistente di paleografia presso l’Università di Parma avendo partecipato, post laurea, ad un corso proprio presso l’Archivio di Stato della città ducale.
Era inoltre molto attenta al dialetto piacentino ed in passato aveva tenuto diverse lezioni assieme al compianto Luigi Paraboschi presso la “Famiglia Piasinteina”.
Una chiamata, una sorta d'ispirazione, era anche l’amore verso lo studio delle tradizioni locali e di tutto quello che è storia piacentina.
Si vuole di seguito tracciare una sintetica bibliografia di Carmen Artocchini con le opere forse più conosciute, considerando che l’interrogazione sul sistema “OPAC” della Biblioteca Passerini Landi, restituisce oltre 140 pubblicazioni che portano il suo nome come unica autrice o come collaboratrice.
· Dal 1954 iniziò a collaborare con il Bollettino Storico Piacentino.
· Nel 1967 portò a stampa con Serafino Maggi il volume, “Castelli del piacentino nella storia e nella leggenda”.
· Nel 1971 e nel 1979 pubblicò, “Folklore piacentino: tradizioni, vita e arti e arti popolari”.
· Nel 1973 portò a stampa, “L’uomo cammina: sulle vie del piacentino dalla preistoria ad oggi”.
· Nel 1975 pubblicò “Le padrone di Parma e Piacenza”.
· Nel 1979 portò a stampa con Ersilio Fausto Fiorentini, “La medicina di Piacenza tra scienza e superstizione”.
· Nel 1983 pubblicò “Castelli piacentini”.
· Nel 1995 pubblicò, “Il ferro battuto nel piacentino”.
· Tra il 1997 ed il 2006 pubblicò quattro monografie dal titolo, “Tradizioni popolari piacentine”.
· Nel 1997 portò a stampa quello che tutti conoscono come “l’Artocchini”, ossia, “400 ricette della cucina piacentina”.
· Nel 2005 pubblicò, “Piacenza a tavola: ricette tipiche della cucina piacentina”.
· Nel 2007 pubblicò, “Le ricette di Natale: cinquanta ricette piacentine”.
· Nel 2011 portò a stampa, “Principesse, infante e duchesse: storie al femminile tra Farnese e Borbone”.
· Collaborò per la stesura dei volumi dedicati all’Ottocento ed il Novecento della “Storia di Piacenza”.
· Curò diverse voci nel “Dizionario biografico piacentino”.
Ho avuto altresì il grande onore di collaborare con lei, assieme a diversi altri autori, nel quaderno di cultura locale “L’urtiga” dove sin dal primo numero ha avuto la costanza di condividere interessantissimi studi.
Nel novembre del 2016, poco più di un mese prima della sua dipartita, la prof. Artocchini fu festeggiata a Palazzo Galli assieme a mons. Domenico Ponzini ed Ernesto Leone: tre amici della piacentinità celebrati con queste parole pronunciate dal patron Avv. Corrado Sforza Fogliani:
“Con le loro azioni hanno svolto studi nella società, nella difesa indomita della piacentinità e, con le loro pubblicazioni, un’azione a difesa dei valori della nostra terra intessendo relazioni importanti, scientifiche e amichevoli dimostrate anche dalle tante persone presenti in questa sala.“
Cara Carmen rimarrai sempre, attraverso il tuo ricordo e i tuoi lavori, nel cuore dei piacentini.
L'encomio a Carmen Artocchini in un servizio di Telelibertà proprio del 10 dicembre 2016
Claudio Gallini è perito industriale ma appassionato studioso di storia locale, e di dialetti soprattutto dell’alta val Nure dove risiedono le sue radici.
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