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martedì 14 aprile 2020

Curiosità piacentine dal mondo... Paolo Cavanna l'incantatore di farfalle

a cura di Claudio Gallini






Con particolare meraviglia apprendiamo dal noto giornale londinese “The Times” di una singolare notizia, a firma dell’Agenzia Reuters, che riguarda un eccentrico piacentino che fece parlare di sé a metà del secolo scorso.

mercoledì 25 marzo 2020

La ferrovia Genova-Piacenza in una poesia dialettale piacentina del 1873

a cura di Claudio Gallini





Dando seguito all'articolo apparso sul nostro blog il 22 febbraio scorso in merito al progetto di fine Ottocento di una ferrovia che da Genova potesse arrivare a Piacenza attraverso la valle del Trebbia (clicca qui), il sottoscritto ha pensato di riportare una lunga poesia dialettale pubblicata nel 1873 e dedicata proprio a questo grandioso progetto.

sabato 21 marzo 2020

Le lapidi dei Chiostri di Sant'Antonino e del Duomo

a cura di Claudio Gallini






A pochi piacentini, probabilmente anche a quelli che abitano e frequentano il centro storico, è nota una piccola strada che da piazza Sant'Antonino giunge in via San Vincenzo, si tratta di "chiasso Sant'Antonino", come ci indica lo stradario internet di Google Maps.

Dal vocabolario Treccani apprendiamo che con "chiasso", s'intende proprio una strada stretta, una viuzza, seppur la toponomastica ufficiale del Comune di Piacenza identifica questo vicolo con "Chiostri Sant'Antonino".

Con quest'ultima denominazione ritroviamo questa stradina negli annali più illustri che tramandano gli avvenimenti più importanti della nostra città.

Questo luogo protegge, però con poca chiarezza, alcuni fatti che rimangono tratteggiati su un paio di epigrafi che si possono trovare camminando proprio qui e anche nella via dei Chiostri del Duomo.

Il centro storico di Piacenza spesso stupisce con questi angoli di città che, durante una qualsiasi passeggiata, proiettano il visitatore in un borgo dal sapore più antico dove le alte mura rossastre, i mattoni fissati con della calcina centenaria, i vecchi portoni e l'ombra di un pergolato, gli nascondono la modernità che sta appena al di fuori da questo microcosmo.

Uno scorcio sul caratteristico vicolo piacentino denominato: "Chiasso Sant'Antonino" o "Chiostri Sant'Antonino" che collega l'omonima piazza con la via San Vincenzo. (Foto di Claudio Gallini).

sabato 22 febbraio 2020

Il progetto di fine Ottocento della ferrovia Genova - Piacenza, attraverso la val Trebbia

di Claudio Gallini




Un recente articolo apparso sul portale web Trasportoeuropa.it ha messo in luce l’avvio del grandioso progetto ferroviario denominato Piacenza Rail Shuttle, che connetterà il porto di Genova col centro logistico di Piacenza. 

Il convoglio, operato dalla compagnia ferroviaria pugliese GTS RAIL, connetterà pertanto Piacenza con Genova tre volte la settimana, rappresentando un’ottima e più ecologica alternativa al servizio su gomma operato dagli autoarticolati.


La lettura di questo articolo, mi ha fatto venire alla mente la presenza nella mia libreria di un libretto di neanche trenta pagine intitolato: “La ferrovia Genova – Piacenza per la valle del Trebbia”, edito dal genovese Stabilimento Tipografico di Gaetano Schenone a fine Ottocento, destando molta curiosità da parte dello scrivente che desidererebbe, attraverso questo pezzo, condividerne sommariamente i contenuti.





La copertina del volumetto: "La ferrovia Genova - Piacenza per la Valle di Trebbia"

venerdì 14 febbraio 2020

La lapide commemorativa dei partigiani Alberici e Gatti

a cura di Claudio Gallini




Piacenza è disseminata di simboli, targhe, monumenti più o meno famosi e tra questi emblemi si è scelto di dare luce, con questo breve pezzo, a una targa commemorativa collocata in Piazzale Veleia e recentemente rivalutata con la riqualificazione dell’area “Ex Mazzoni”.
La lapide, in marmo bianco con le "fotoceramiche" ovali dei caduti e una croce stilizzata al centro, riporta incise queste informazioni:




Partigiano Renato Gatti nato il 16-3-1926

Partigiano Carlo Alberici nato il 16-3-1922

Fucilati il 26-4-1945


INCHINATI VIANDANTE

E TU CITTADINO SEMPRE RICORDA

QUI CADDERO DUE GRANDI MARTIRI

NEGLI ULTIMI GIORNI

DELLA LOTTA PER LA LIBERTÀ

SALUTANDO PER PRIMI L’ALBA DELLA VITTORIA

ED ENTRANDO NELLA LUCE DI DIO

CHE RENDE IN ETERNO AGLI EROI

GLORIA - GIUSTIZIA - PACE


mercoledì 5 febbraio 2020

La Piacenza del Settecento descritta da Jérôme Lalande in "Voyage d'un françois en Italie"

a cura di Claudio Gallini





Dalla seconda metà del Settecento, sino agli inizi dell'Ottocento, si sviluppò in una elites francese una particolare "cultura del viaggio" che portò molti intellettuali d'Oltralpe a visitare il nostro paese, verosimilmente per un accrescimento culturale, seppur nei loro diari di viaggio non si risparmiarono in pregiudizi e continui confronti tra Francia e Italia.

Diari di viaggio che successivamente furono pubblicati e divennero delle vere e proprie guide turistiche ma con una visione, a parere dello scrivente, troppe volte limitata e dipingendo non esattamente la realtà dei fatti, almeno per quanto relazionato su Piacenza sotto l'aspetto storico, artistico e architettonico.

Questi viaggiatori transitarono comunque di rado nella nostra città e quando passarono di qua, spesso per raggiungere Parma o Milano, lo fecero di fretta; tra i gitanti che più si prodigarono a descrivere, nel bene e nel male, la nostra Piacenza, trova interesse la figura di Jérôme Lalande (1732 - 1807).

J. Lalande fu un astronomo e intellettuale francese che nel 1765 iniziò un lungo viaggio lungo lo stivale; viaggio che lo ispirò per la stesura di un diario che sfociò nella monumentale pubblicazione intitolata: Voyage d'un françois en Italie.

Lo scrivente ha pensato di prendere le parti più salienti che l'intellettuale francese ha riservato alla nostra città all'interno del volume prima indicato, dalla pagina 354 del primo tomo nell'edizione del 1769 e trascriverle, traducendole dal francese, in questo corposo pezzo.

Si noteranno altresì numerosi riferimenti errati che il Lalande riportò in questa guida su Piacenza, in particolar modo nell'indicare la paternità di alcune opere artistiche e architettoniche; il testo è stato tradotto e riportato tale e quale comprendendo così anche gli errori.

Si lascia pertanto al lettore la libertà di fare le proprie considerazioni e sarebbe molto interessante ricevere qualche commento a riguardo.





J.J. de Lalande - Plan de la ville de Plaisance - 1768 (fonte: Catawiki.it)


Descrizione di Piacenza

Plaisance, Piacenza in italiano, è una città di diecimila anime che si trova tra Milano e Parma a tredici leghe l'una dall'altra, vicino al Po e alla foce del Trebbia, nello stato del Ducato di Parma.


(In Francia, una lega, “la lieue de poste”, equivaleva a circa 4 chilometri).

mercoledì 1 gennaio 2020

La Piacenza dell'Ottocento descritta da Luciano Scarabelli

a cura di Claudio Gallini





Con questo articolo vogliamo riportare una breve ma interessante descrizione della Piacenza di metà Ottocento, elaborata dallo storico e politico di origini piacentine Luciano Scarabelli (1806 – 1878) nella prefazione della sua opera: “Guida ai monumenti storici ed artistici della città di Piacenza”, edita nel 1841.

A seguire, nella stessa prefazione, lo Scarabelli intraprende alcune riflessioni degne di nota che ripercorrono, in poche righe, la storia di Piacenza; valutazioni che saranno qui ricopiate poiché contengono delle notizie inedite e molto curiose.

Lo Scarabelli è ricordato tra gli studiosi “autodidatti” più importanti della nostra città nell’Ottocento che riuscì addirittura a portare alle stampe oltre le cento pubblicazioni che spaziano dalla storia dell’arte sino alla filologia, passando per la paleografia.

Egli, amico del letterato piacentino Pietro Giordani, fu anzitutto insegnante di scuola primaria a Piacenza, poi fu trasferito a Parma, successivamente a Firenze e nel 1848 insegnò presso il Collegio Nazionale di Genova per poi passare, undici anni più tardi, all’Accademia delle Belle Arti di Milano.

Nel 1861 fu nominato deputato del Consiglio di Spoleto e alla Camera ove s’impegnò al miglioramento della scuola; nel 1874 riprese la sua carriera d’insegnante presso l’Accademia delle belle Arti di Bologna e, una volta in pensione, ritornò a Piacenza con l’incarico di riordinare l’Archivio Storico Comunale.

Luciano Scarabelli morì a Piacenza nel 1878.




Un'immagine di Luciano Scarabelli prelevata dalla rivista: "Archivio Nisseno, Anno I numero I, Caltanissetta, 2007".