a cura di
Claudio Gallini
Alla fine del sec. XIX fu emessa una legge (la n. 5849 del 22 dicembre 1888) in cui si obbligava a possedere una laurea nel caso si volesse esercitare la figura di medico, ostetrica, veterinario, dentista e così via.
In questo modo si volevano escludere dall'esercizio della professione medica tutte quelle figure che fino a prima avevano lavorato liberamente come: “mediconi”, “levatrici” e cose simili.
Un medicastro d'altri tempi...
(Fonte immagine: https://it.pinterest.com/)
I racconti dei miei nonni, e dei miei genitori, non sono però così lontani nel tempo da quando la parola madgòn ogni tanto veniva pronunciata anche a casa mia.
Nonostante lo Stato avesse richiamato sindaci e prefetti, in concomitanza della promulgazione della legge prima citata, a controllare e denunciare ogni tipo di attività illecita, il “medicone” riscuoteva, soprattutto nei centri più rurali e poveri, più fiducia rispetto ad un dottore di tutto rispetto.
Nel disegno vediamo una "levatrice" del passato all'opera durante un parto in casa.
(Fonte immagine: http://www.ecodibiella.it)
Solo con l’avvento del “Medico condotto” si è probabilmente iniziato a veder pian piano sfumare queste figure; la “levatrice non laureata" ha invece resistito sino all'ultimo parto avvenuto in casa.
Il medicone curava spesso con impiastri, decotti e cose simili ma quando egli si affidava invece a pratiche che stavano al confine tra la magia e la religione, dimostrava davvero il suo essere poco professionale.
A Piacenza i medicastri erano chiamati, come ci suggerisce mons. Tammi, i duttùr dal bòn marcä, ovvero i dottori a buon mercato, ma a dirla tutta non valevano proprio niente.
I creduloni, quelli che alle medicine preferivano la “stregoneria”, rispondevano di contro:
Al val po al pel d’un madgòn che deṡ gran dutturon, ossia “vale di più il pelo di un medicone che non dieci gran dottoroni”.
Concludiamo con la semplice analisi etimologica che ci arriva come accrescitivo di medico che a sua volta deriva dal latino “medicus”.
Voi avete mai conosciuto un madgòn?
Claudio Gallini è perito industriale e appassionato studioso di storia locale e di dialetti, soprattutto dell’alta val Nure dove risiedono le sue radici, fonti d'ispirazione per le sue ricerche.
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