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sabato 22 febbraio 2020

Il progetto di fine Ottocento della ferrovia Genova - Piacenza, attraverso la val Trebbia

di Claudio Gallini




Un recente articolo apparso sul portale web Trasportoeuropa.it ha messo in luce l’avvio del grandioso progetto ferroviario denominato Piacenza Rail Shuttle, che connetterà il porto di Genova col centro logistico di Piacenza. 

Il convoglio, operato dalla compagnia ferroviaria pugliese GTS RAIL, connetterà pertanto Piacenza con Genova tre volte la settimana, rappresentando un’ottima e più ecologica alternativa al servizio su gomma operato dagli autoarticolati.


La lettura di questo articolo, mi ha fatto venire alla mente la presenza nella mia libreria di un libretto di neanche trenta pagine intitolato: “La ferrovia Genova – Piacenza per la valle del Trebbia”, edito dal genovese Stabilimento Tipografico di Gaetano Schenone a fine Ottocento, destando molta curiosità da parte dello scrivente che desidererebbe, attraverso questo pezzo, condividerne sommariamente i contenuti.





La copertina del volumetto: "La ferrovia Genova - Piacenza per la Valle di Trebbia"





Nel 1872 si costituì a Genova un consorzio, formato fondamentalmente da banche, per proporre la realizzazione di una linea ferroviaria che collegasse Genova direttamente a Piacenza attraverso la valle del Trebbia.

Lo stesso consorzio, lungimirante in merito la possibile espansione commerciale del capoluogo ligure attraverso le linee ferrate, incaricò un tale ing. Soldati alla realizzazione di un progetto che questi presentò due anni dopo la costituzione del gruppo medesimo.


Il progetto, per quanto non facesse una piega sotto l’aspetto tecnico, presentò sin da subito due grossi ostacoli: i lunghissimi tempi di realizzazione e gli enormi costi da affrontare; la causa di tutto ciò fu sin da subito additata alle importanti pendenze che la linea doveva affrontare lungo l’Appennino Ligure – Emiliano.

L’ing. Soldati previde un tracciato lungo poco meno di 125 km, con diverse gallerie da realizzare (la più lunga sfiorava i 4 Km) e l’altitudine massima toccata sarebbe stata di 744 m.

Questo progetto non andò mai in porto e finì purtroppo nel dimenticatoio.

Nel frattempo, negli stessi anni, nacquero altre iniziative del genere con le più inimmaginabili varianti per portare una linea ferroviaria parallela a quella già esistente denominata "dei Giovi" ormai sovraccaricata di traffico.

Nel frattempo il porto di Genova vide una costante espansione, una crescita incontrollata dei commerci che causò l’intasamento del traffico ferroviario ordinario sull'antica ed erta ferrovia dei Giovi; si mostrò addirittura la mancanza dei vagoni ferroviari, un vero e proprio collasso.

Era evidente il bisogno urgente di una nuova linea ferroviaria indipendente, che collegasse il porto di Genova con la media valle del Po.

Nel 1895 sorse a Genova un nuovo comitato con le stesse intenzioni di ventisette anni prima.

Si mise mano al progetto di Soldati partendo però da altre basi.

Le rotaie dovevano partire dal porto, passare sotto al quartiere di Carignano, valicare il massiccio appenninico con dislivelli che non superassero mai il 15, passare dalla val Bisagno alla val Trebbia senza però entrare nella valle dello Scrivia e questo per calcoli strategici, a prescindere dalle ragioni tecniche.

I calcoli furono così affidati all'ingegnere civile Conte Carlo dal Verme. 
 
Il nuovo progetto, ben dettagliato nel libricino, prevedeva, attraverso numerose varianti, uno sviluppo della linea su 116 chilometri, attraverso l’asse Genova – Bobbio – Piacenza, anziché i 125 calcolati dall’ing. Soldati.

Le nuove varianti adottate, prevedevano il passaggio delle rotaie, una volta oltrepassata la località “Isola di Rovegno”, lungo il tracciato del Trebbia fino a Ottone e poi, giunti a Rivergaro, la ferrovia non avrebbe incontrato alcun ostacolo per giungere a Piacenza muovendosi in perfetta pianura e lasciandosi il Trebbia alla sua sinistra.

Riportiamo di seguito il profilo altimetrico della linea Genova Piacenza calcolato dall'ingegnere Conte Carlo dal Verme.

La tabella riassume l'andamento altimetrico della linea Genova - Piacenza

Purtroppo nemmeno questo progetto fu fortunato e non venne mai approvato e nemmeno futuri tentativi di collegare la nostra città con il capoluogo ligure ebbero miglior sorte.

Si trattava di un'importante arteria ferroviaria transappenninica, paragonabile a un valico alpino, i cui interessi locali dovevano cedere il passo a quelli generali giacché si trattava di un'opera dal carattere internazionale.

Il libricino si chiude con diverse riflessioni, come quella di seguito riportata dal carattere patriottico:

"Potrà venire un giorno, e sarà un giorno fortunato, che la ferrovia Genova-Piacenza, un’ intrapresa pacifica, chiamata a dare il pieno svolgimento al commercio del primo porto del Regno, riesca, nell'eventualità di una guerra combattuta nella valle del Po, ad assicurare le sorti d’Italia".


In conclusione, riportiamo direttamente dalla pubblicazione originale, l'intera planimetria così come presentata all'interno del progetto e invitiamo i nostri lettori a commentare l'articolo.










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Autore: Claudio Gallini ©


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1 commento:

Anonimo ha detto...

sarebbe figo, facciamola!