Al civico numero sei di via san Sisto, poco distante dalla basilica rinascimentale intitolata allo stesso santo che dà il nome a questa strada, troviamo il settecentesco Palazzo Affaticati eretto dall'omonima famiglia sui resti delle antiche mura romane e sui ruderi di un'ancor più antica chiesa longobarda.
Foto tratta da Google Maps che rappresenta la facciata di Palazzo Affaticati (giugno - 2019) in via San Sisto, 6 a Piacenza; si noti sullo sfondo uno scorcio della basilica di San Sisto. |
Gli Affaticati militarono come ufficiali nell'esercito ducale di Alessandro Farnese e, nel corso del tempo grazie al raggiungimento di numerosi traguardi sociali ed economici, conseguirono il titolo nobiliare nei primi anni del Settecento.
Questo ramo, originario di Cadeo (PC) e arrivato a Piacenza sul finire del sec. XVI, ottenne difatti nel 1708 il titolo comitale cui seguì l'ascrizione tra i magnifici della classe Landi nel 1709 come ci tramanda il compianto storico piacentino Giorgio Fiori nel suo capolavoro: "Le antiche famiglie di Piacenza e i loro stemmi", edito dalla casa editrice TEP nel 1979.
Questo ramo, originario di Cadeo (PC) e arrivato a Piacenza sul finire del sec. XVI, ottenne difatti nel 1708 il titolo comitale cui seguì l'ascrizione tra i magnifici della classe Landi nel 1709 come ci tramanda il compianto storico piacentino Giorgio Fiori nel suo capolavoro: "Le antiche famiglie di Piacenza e i loro stemmi", edito dalla casa editrice TEP nel 1979.
Il palazzo, così voluto dal conte Biagio Affaticati già tesoriere civico di Piacenza, è rimasto incompiuto a causa delle troppe spese impreviste sopraggiunte durante l'edificazione; la cosa risulta oggi evidente osservando proprio la facciata in via San Sisto che non fu mai completata non rispettando così l'altezza originale e il progetto previsto.
Palazzo Affaticati evidenziato in questa immagine 3D ripresa da Google Maps |
Nell'estate del 1800 la città di Piacenza, allora occupata dalle forze austriache e ducali, fu presa d'assedio dalle milizie francesi e proprio il Palazzo Affaticati protegge tuttora gelosamente un importante ricordo di quella sottomissione che comportò, tra l'altro, l'annessione della nostra città allo Stato Francese.
Di questi fatti ne trattò il giornalista e storico monegasco Leonard Gallois, tracciando una biografia di Joachim Murat, il generale francese che nel 1800 coordinò l'assedio e la conquista di Piacenza scacciando le forze austriache anche a suon di cannoneggiamenti; Murat fu altresì re di Napoli e maresciallo dell'Impero con Napoleone Bonaparte.
Leggiamo quindi un breve passo tratto dal volume: "Storia di Gioacchino Murat", di Leonard Gallois tradotto in italiano da un editore napoletano sul finire del sec. XIX:
A perenne ricordo di quel "bombardamento" è rimasto un proiettile lanciato dall'artiglieria di Murat che è tuttora conservato, o meglio incastonato, su di un muro interno di Palazzo Affaticati e una targa posta poco più sotto ne traccia un breve racconto con queste parole che però non concordano con quanto la storia ci tramanda; a lanciare il proiettile furono difatti gli obici francesi e non quelli austriaci:
Di questi fatti ne trattò il giornalista e storico monegasco Leonard Gallois, tracciando una biografia di Joachim Murat, il generale francese che nel 1800 coordinò l'assedio e la conquista di Piacenza scacciando le forze austriache anche a suon di cannoneggiamenti; Murat fu altresì re di Napoli e maresciallo dell'Impero con Napoleone Bonaparte.
Leggiamo quindi un breve passo tratto dal volume: "Storia di Gioacchino Murat", di Leonard Gallois tradotto in italiano da un editore napoletano sul finire del sec. XIX:
GALLOIS L., Istoria di Gioacchino Murat..., Luigi Chiurazzi, Napoli, 1862, p. 44. |
A perenne ricordo di quel "bombardamento" è rimasto un proiettile lanciato dall'artiglieria di Murat che è tuttora conservato, o meglio incastonato, su di un muro interno di Palazzo Affaticati e una targa posta poco più sotto ne traccia un breve racconto con queste parole che però non concordano con quanto la storia ci tramanda; a lanciare il proiettile furono difatti gli obici francesi e non quelli austriaci:
"Il 6 giugno 1800 la guarnigione austriaca volta in fuga dall'avanzare vittorioso dell'armata francese, varcato il Po distrutto il ponte, vomitò dalle bocche dei suoi obici l'ira impotente della sua codardia contro l'inerme città".
Il frammento bellico scagliato dalle milizie francesi sul muro di Palazzo Affaticati |
Di questi avvenimenti ne trattò anche lo storico originario della val d'Aveto, ma piacentino d'adozione, Anton Domenico Rossi (1788 - 1861) nel quinto volume della sua opera: "Ristretto di Storia patria ad Uso de' Piacentini"; egli ci tramanda questi fatti con un'altissima affidabilità, avendoli vissuti verosimilmente in prima persona.
ROSSI A.D., Ristretto di Storia patria ad Uso de' Piacentini, Volume 5, p. 231.
ROSSI A.D., Ristretto di Storia patria ad Uso de' Piacentini, Volume 5, p. 232 |
Grazie alla foto sfera scattata all'interno del cortile di Palazzo Affaticati e condivisa di seguito, è possibile ammirare questa importante testimonianza storica che ogni piacentino dovrebbe conoscere.
(Clicca sull'icona [ ] in alto a destra dell'immagine qui sotto, per allargare a tutto schermo)
Nessun commento:
Posta un commento