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mercoledì 13 marzo 2019

A tòc e bucòn parlùm ad... ciribìgula!

di Claudio Gallini


Un termine dialettale di origine quasi certamente onomatopeica, in uso ai piacentini soprattutto nei mesi più caldi, è senz'altro la ciribìgula; lemma utilizzato a Piacenza, anche in italiano sotto forma di dialettismo, per indicare niente meno che la fastidiosissima zanzara.



(Fonte immagine: https://propelsteps.wordpress.com)


Secondo l’analisi del Tammi, all'interno del vocabolario piacentino - italiano edito dalla Banca di Piacenza, l’origine del termine potrebbe essere latina, “salpuga", “salpiga”, una sorta di formica o ragno velenoso.

Di seguito alcune espressioni proposte dal Tammi con l'uso della parola "ciribìgula":


- al pӓr mangiӓ dall ciribìgul, letteralmente si tradurrebbe: "sembra mangiato dalle zanzare", ossia per indicare una persona molto magra.

oppure

- m’et toot pr’una ciribìgula?, letteralmente sarebbe: “Mi hai scambiato per una zanzara?”, nel caso in cui si venisse trattati male da qualcuno.


A titolo di curiosità vi informiamo che a Parma la zanzara è chiamata “sensòssa”, a Reggio Emilia è “sarabìga”, nel riminese è “carabìgla”, in provincia di Ferrara, e anche in alcune zone del lodigiano è “sensàla”, mentre è chiamata “giarrabìga” addirittura a Palombara, in provincia di Roma.

E nella nostra provincia? 

Saremmo davvero lieti di conoscere attraverso i vostri commenti com'è chiamato questo fastidioso insetto nelle nostre stupende valli. 






Claudio Gallini è perito industriale ma appassionato studioso di storia locale, e di dialetti soprattutto dell’alta val Nure dove risiedono le sue radici. 

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