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giovedì 1 marzo 2018

A tòc e bucòn parlùm ad... taccòn!

A tòc e bucòn parlùm ad... taccòn!
di Claudio Gallini

Chissà quante volte avrete sentito pronunziare a Piacenza il termine dialettale: taccòn o ancor più frequentemente, il dialettismo, "taccone".

Da dove deriva questa parola? Proviamo ad approfondire.

Il "taccone" a dirla tutta è un vero e proprio termine della lingua italiana col significato di pezza, toppa, che viene cucita sugli indumenti, per riparare zone rotte o logore. 


Pantaloni pieni di "tacconi"...
(fonte immagine: www.liexpress.com)

Anche nel nostro dialetto, accade proprio così come nell'esempio:

fä un taccòn in si braghein rutt, "Fare una pezza sui pantaloni rotti".

Ma il taccòn lo puoi applicare anche alle scarpe, con un pezzo di cuoio, e comunque l'azione è sempre taccunä.

L'accezione più attuale e locale del termine, è proprio nata dal significato di "rattoppo"; una cosa riparata a volte purtroppo anche male, peggiorandone lo stato, giungendo così alla classica taccunäda, ossia una "tacconata".

Un taccòn, o taccunäda che sia, è oggi più che altro un'accezione per indicare una cosa fatta male, un qualcosa anche di brutto da vedere, anche d'inutile o che non funziona più.


Un taccòn ad lampadäri...
(Fonte immagine: http://www.casaetrend.it)


Tra vìa cul taccòn lé!, butta via quel taccone lì!

In taluni casi taccòn è sinonimo anche di ciàffar ovvero qualsiasi cosa di poco pregio o valore, rotta o inservibile.

Conoscete altri significati per questo termine? Attendiamo i vostri commenti.









Claudio Gallini è perito industriale ma appassionato studioso di storia locale, e di dialetti soprattutto dell’alta val Nure dove risiedono le sue radici. 





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