A tòc e bucòn parlùm ad... taccòn!
di Claudio Gallini
Chissà quante volte avrete sentito pronunziare a Piacenza il termine dialettale: taccòn o ancor più frequentemente, il dialettismo, "taccone".
Da dove deriva questa parola? Proviamo ad approfondire.
Il "taccone" a dirla tutta è un vero e proprio termine della lingua italiana col significato di pezza, toppa, che viene cucita sugli indumenti, per riparare zone rotte o logore.
Pantaloni pieni di "tacconi"... (fonte immagine: www.liexpress.com) |
Anche nel nostro dialetto, accade proprio così come nell'esempio:
fä un taccòn in si braghein rutt, "Fare una pezza sui pantaloni rotti".
Ma il taccòn lo puoi applicare anche alle scarpe, con un pezzo di cuoio, e comunque l'azione è sempre taccunä.
L'accezione più attuale e locale del termine, è proprio nata dal significato di "rattoppo"; una cosa riparata a volte purtroppo anche male, peggiorandone lo stato, giungendo così alla classica taccunäda, ossia una "tacconata".
Un taccòn, o taccunäda che sia, è oggi più che altro un'accezione per indicare una cosa fatta male, un qualcosa anche di brutto da vedere, anche d'inutile o che non funziona più.
Un taccòn ad lampadäri... (Fonte immagine: http://www.casaetrend.it) |
Tra vìa cul taccòn lé!, butta via quel taccone lì!
In taluni casi taccòn è sinonimo anche di ciàffar ovvero qualsiasi cosa di poco pregio o valore, rotta o inservibile.
Conoscete altri significati per questo termine? Attendiamo i vostri commenti.
Conoscete altri significati per questo termine? Attendiamo i vostri commenti.
Claudio Gallini è perito industriale ma appassionato studioso di storia locale, e di dialetti soprattutto dell’alta val Nure dove risiedono le sue radici.
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