All'interno di uno dei palazzi più prestigiosi di Piacenza ha sede l'istituto d'arte "Gazzola". La scuola, situata nell'omonima via e fondata nel 1781 dal Generale Felice Gazzola, ha sempre svolto un ruolo decisivo per la vita artistica cittadina contribuendo concretamente alla formazione di tanti artisti locali fra cui: Cinello, Ricchetti, Foppiani e Cassinari.
L'accademia dispone anche di una preziosa pinacoteca, in cui sono conservate opere che vanno dal 1400 fino al secolo scorso. In questa collezione sono presenti tele di importanti pittori, fra cui: il Manni, il "Genovesino", il Campi, il Crespi, Gaspare Landi, Ignazio Stern, il "Morazzone", Francesco Ghittoni, etc.
All'istituto Gazzola viene offerta una completa formazione artistica, le discipline insegnate sono: figura, ornato, plastica, incisione, storia dell’arte e prospettiva.

Contenitore di tutte le eccellenze di cui il Territorio piacentino dispone. Senza alcuna presunzione, vorrebbe creare dibattiti ed idee utili per dare uno slancio culturale ad una città ed una provincia con grandi potenzialità, solo minimamente sfruttate. questo blog non ha alcuna tendenza politica.
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domenica 27 gennaio 2008
domenica 20 gennaio 2008
Stradone Farnese - la Piacenza che cambia...
Stradone Farnese rappresenta l'arteria più imponente del centro storico cittadino. Fu costruita nel 1543 in seguito ad un decreto ad opera del Cardinale Gambara che, attraverso la costruzione di questa strada, intendeva migliorare l'aspetto urbanistico e viabilistico della città rinascimentale.
L'intero Stradone è costeggiato in entrambi i lati da 512 colonnotti che variano in circonferenza ed altezza, a seconda degli edifici civili o religiosi, su cui sono posti di fronte.
Purtroppo, la via ha "pagato" a caro prezzo il periodo del boom economico che, a Piacenza, in termini di scempi edilizi ha toccato livelli mostruosi che hanno portato ad una deturpazione di intere aree del centro storico e dello Stradone Farnese in particolare. Come se non bastasse, un paio di anni fa, l'attuale giunta comunale ci ha "regalato" un'ulteriore dimostrazione su quanto sia scarso il loro rispetto per l'integrità storica ed artistica del nostro centro urbano. Mi riferisco all'assurdo intervento fatto sul manto stradale della via in questione, su cui sono state create due piste ciclabili (assolutamente inutili) attraverso la colorazione in rosso delle parti esterne della strada. Il risultato ottenuto è più simile ad una pista d'atterraggio, più che di due piste ciclabili. Da segnalare inoltre, che le due ciclabili, non solo sono poco sfruttate, ma vengono sistematicamente occupate da parcheggi selvaggi ad opera degli autisti e le foto sottostanti ne sono la dimostrazione...
Nonostante tutto, Stradone Farnese non può essere trascurato da un turista in visita nella nostra città. Infatti, al suo interno, sono presenti importanti edifici fra cui: Sant'Agostino e l'annesso convento, la "Cavallerizza", la chiesa di Santa Chiara, quella dei Capuccini, Palazzo Selvatico, Palazzo Landi, Palazzo Scotti da Sarmato, l'ex macello comunale, etc.
Per il futuro, mi auspico ma le speranze sono poche, che possa essere rivista la scelta delle piste ciclabili, quantomeno, attuando soluzioni più consone e rispettose del contesto storico in cui esse vengono attuate.
Uno slogan utilizzato da una campagna promozionale del comune recita così: “Piacenza si muove davvero” anche se, personalmente, di rado mi sono trovato d'accordo su come Piacenza è stata "mossa" da questa amministrazione, ad esempio: sulle "sistemazioni" di Piazza Duomo, Piazzetta San Paolo e gli interventi sopracitati effettuati sullo stradone Farnese. Mentre, trovo ottimo l'intervento di recupero fatto sull'Ex Macello dove ritengo sia stato ottenuto un eccellente risultato che ridona alla città un'importante area adibita a centro culturale di grande prestigio, dove troveranno ospitalità: La Facoltà di Architettura Abientale del Politecnico, l'ordine professionale degli architetti ed il Museo di storia Naturale un tempo insediato al Collegio Morigi.

www.skyscrapercity.com/showthread.php?t=546968

Foto tratta da: www.liberta.it
Lo Stradone "OGGI"

www.skyscrapercity.com/showthread.php?t=546968


L'intero Stradone è costeggiato in entrambi i lati da 512 colonnotti che variano in circonferenza ed altezza, a seconda degli edifici civili o religiosi, su cui sono posti di fronte.
Purtroppo, la via ha "pagato" a caro prezzo il periodo del boom economico che, a Piacenza, in termini di scempi edilizi ha toccato livelli mostruosi che hanno portato ad una deturpazione di intere aree del centro storico e dello Stradone Farnese in particolare. Come se non bastasse, un paio di anni fa, l'attuale giunta comunale ci ha "regalato" un'ulteriore dimostrazione su quanto sia scarso il loro rispetto per l'integrità storica ed artistica del nostro centro urbano. Mi riferisco all'assurdo intervento fatto sul manto stradale della via in questione, su cui sono state create due piste ciclabili (assolutamente inutili) attraverso la colorazione in rosso delle parti esterne della strada. Il risultato ottenuto è più simile ad una pista d'atterraggio, più che di due piste ciclabili. Da segnalare inoltre, che le due ciclabili, non solo sono poco sfruttate, ma vengono sistematicamente occupate da parcheggi selvaggi ad opera degli autisti e le foto sottostanti ne sono la dimostrazione...
Foto tratte da: www.goopiacenza.com
Nonostante tutto, Stradone Farnese non può essere trascurato da un turista in visita nella nostra città. Infatti, al suo interno, sono presenti importanti edifici fra cui: Sant'Agostino e l'annesso convento, la "Cavallerizza", la chiesa di Santa Chiara, quella dei Capuccini, Palazzo Selvatico, Palazzo Landi, Palazzo Scotti da Sarmato, l'ex macello comunale, etc.
Per il futuro, mi auspico ma le speranze sono poche, che possa essere rivista la scelta delle piste ciclabili, quantomeno, attuando soluzioni più consone e rispettose del contesto storico in cui esse vengono attuate.
Uno slogan utilizzato da una campagna promozionale del comune recita così: “Piacenza si muove davvero” anche se, personalmente, di rado mi sono trovato d'accordo su come Piacenza è stata "mossa" da questa amministrazione, ad esempio: sulle "sistemazioni" di Piazza Duomo, Piazzetta San Paolo e gli interventi sopracitati effettuati sullo stradone Farnese. Mentre, trovo ottimo l'intervento di recupero fatto sull'Ex Macello dove ritengo sia stato ottenuto un eccellente risultato che ridona alla città un'importante area adibita a centro culturale di grande prestigio, dove troveranno ospitalità: La Facoltà di Architettura Abientale del Politecnico, l'ordine professionale degli architetti ed il Museo di storia Naturale un tempo insediato al Collegio Morigi.
Lo Stradone "IERI"
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Foto tratta da: www.liberta.it
Lo Stradone "OGGI"
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domenica 13 gennaio 2008
Ridateci la Tabula Alimentaria Traiana
Può "suonare" come una provocazione, ma in fondo non la è...
Sono conscio che le possibilità sono ridotte ai minimi termini, ma fatico tremendamente ad accettare che un reperto di tale rilevanza come la Tabula Alimentaria Traiana (il più esteso documento bronzeo risalente alla prima metà del II secolo d.C.), scoperto a Veleia (Piacenza), sia custodito ed arricchisca insieme ad altri reperti trovati nel medesimo sito, il Museo Archeologico di Parma. Mi domando perché nessuno abbia mai fatto richiesta agli organi competenti per riottenere quanto ci fu espropriato nel 1760 da Filippo di Borbone Duca di Parma???
Mi rendo conto che Piacenza ha al momento problematiche più importanti ed imminenti da affrontare, ma, nei secoli, tanto ci è stato sottratto e molto ci siamo colpevolmente lasciati scappare. Forse è ora di invertire questa tendenza a noi sfavorevole...
Mi preme inoltre ricordare, che, delle tantissime espropriazioni che i Borbone fecero Al nostro Territorio, almeno, una piccola parte di esse, siamo riusciti negli gli anni a farci restituire. Credete che i cugini Parmensi non muoverebbero "mari e monti" per riavere il maltolto se fossero al nostro posto? beh, io sono convinto di si. Perché quindi, almeno non tentare di farci restituire quei resti archeologici che Parma custodisce orgogliosamente, ma, senza poterne rivendicare alcuna paternità storica? I ritrovamenti romani che la città ducale espone rappresentano la nostra storia, e, come tali, dovrebbero trovare ospitalità a Veleia o ai Musei civici cittadini.
Sono conscio che le possibilità sono ridotte ai minimi termini, ma fatico tremendamente ad accettare che un reperto di tale rilevanza come la Tabula Alimentaria Traiana (il più esteso documento bronzeo risalente alla prima metà del II secolo d.C.), scoperto a Veleia (Piacenza), sia custodito ed arricchisca insieme ad altri reperti trovati nel medesimo sito, il Museo Archeologico di Parma. Mi domando perché nessuno abbia mai fatto richiesta agli organi competenti per riottenere quanto ci fu espropriato nel 1760 da Filippo di Borbone Duca di Parma???
Mi rendo conto che Piacenza ha al momento problematiche più importanti ed imminenti da affrontare, ma, nei secoli, tanto ci è stato sottratto e molto ci siamo colpevolmente lasciati scappare. Forse è ora di invertire questa tendenza a noi sfavorevole...
Mi preme inoltre ricordare, che, delle tantissime espropriazioni che i Borbone fecero Al nostro Territorio, almeno, una piccola parte di esse, siamo riusciti negli gli anni a farci restituire. Credete che i cugini Parmensi non muoverebbero "mari e monti" per riavere il maltolto se fossero al nostro posto? beh, io sono convinto di si. Perché quindi, almeno non tentare di farci restituire quei resti archeologici che Parma custodisce orgogliosamente, ma, senza poterne rivendicare alcuna paternità storica? I ritrovamenti romani che la città ducale espone rappresentano la nostra storia, e, come tali, dovrebbero trovare ospitalità a Veleia o ai Musei civici cittadini.
domenica 6 gennaio 2008
Cara Signora, chissà se un giorno tornerai a Piacenza...
Gustav Klimt fu un pittore viennese, considerato uno dei massimi esponenti dell'Art Nuveau.
Piacenza, in particolare la Galleria Ricci Oddi, Ospitava fino al 1997 un bellissimo dipinto del pittore austriaco. Tal opera, fu trafugata (fra l'altro in maniera assurda!!!) nel 1997 durante i lavori di restauro all'interno della pinacoteca piacentina e, da allora, del dipinto non se n'è saputo più nulla. Pochi mesi prima del furto, il quadro fu al centro di un interessante studio effettuato da Claudia Maga, una studentessa del Liceo Artistico di Piacenza, che, grazie ad una brillante intuizione, scoprì che sotto la pellicola pittorica vi era nascosto un altro dipinto dato per disperso dal 1917. Le intuizioni della Maga furono confermate dalle indagini multispettrali ad opera del "Cenacolo" di Roma, e questa scoperta donò all'opera ulteriore importanza e prestigio.
Le speranze non sono tante, oltre dieci anni sono passati, ma i piacentini ci sperano ancora di poter rivedere al proprio posto la loro Signora Viennese.
Piacenza, in particolare la Galleria Ricci Oddi, Ospitava fino al 1997 un bellissimo dipinto del pittore austriaco. Tal opera, fu trafugata (fra l'altro in maniera assurda!!!) nel 1997 durante i lavori di restauro all'interno della pinacoteca piacentina e, da allora, del dipinto non se n'è saputo più nulla. Pochi mesi prima del furto, il quadro fu al centro di un interessante studio effettuato da Claudia Maga, una studentessa del Liceo Artistico di Piacenza, che, grazie ad una brillante intuizione, scoprì che sotto la pellicola pittorica vi era nascosto un altro dipinto dato per disperso dal 1917. Le intuizioni della Maga furono confermate dalle indagini multispettrali ad opera del "Cenacolo" di Roma, e questa scoperta donò all'opera ulteriore importanza e prestigio.
Le speranze non sono tante, oltre dieci anni sono passati, ma i piacentini ci sperano ancora di poter rivedere al proprio posto la loro Signora Viennese.
1917-1918
olio su tela; 60 x 55
Piacenza, Galleria d’arte moderna Ricci Oddi
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