Mi limito a riportare pari pari, un articolo tratto da www.liberta.it
Il Sig. Marco Civardi ha espresso praticamente il mio pensiero. Piacenza Ha le potenzialità per organizzare eventi culturali di alto livello, per creare un movimento turistico che sia degno di definirsi tale. Per raggiungere questi risultati ci vuole però un connubio di energie fra tutte le parti, ma da noi, queste collaborazioni per il bene comune sembrano essere vere e proprie chimere.
Qui la lettera tratta da "Libertà"
di MARCO CIVARDI*
Si sono perse le Tracce e le Tendenze, se ne sono andati i suoni beat e le Carovane hanno fatto armi e bagagli; anni a contare gli extracomunitari irregolari che entrano in città e gli eventi culturali che la lasciano. Benedetta maledetta Piacenza, al centro di tutto e così lontana da tutto, stretta tra Milano e Parma, incapace di trovare una sua vocazione, un suo appeal.
Mi spiace tremendamente dirlo, anzi ribadirlo, ma è proprio così. Gente operosa i piacentini, ospitali al limite del rimetterci, a volte troppo umili. E forse per questa eccessiva umiltà relegati ai margini della festa.
Gli Enti locali non fungono da sprone, i privati non sono incentivati ad investire. Ma del basso profilo ci siamo stancati tutti! Perché Mantova deve essere la capitale della cultura? Perchè Parma quella dell'opera lirica? Perché Milano - che già aveva tutto o quasi - dall'anno prossimo avrà anche l'Heineken Jamming Festival, diventando così la capitale della musica? Tutto ruota intorno a noi, ma non ci tocca mai...
Perché invece noi abbiamo perso eventi, personaggi, artisti, intellettuali? Perché non si è in grado o non si vuole fare di Carovane, una volta depurata da quella fastidiosa ideologia che la rendeva vernissage dell'intellettualismo comunista, un meeting di culture, pensieri, tradizioni? Perché invece di meramente criticare le opere che ornano (non oso dire abbelliscono) le rotonde e di prometterne la demolizione, non si trova il posto adatto dove esporle, dove poterle contemplare e apprezzare, dove conoscere quei giovani artisti e architetti piacentini che le hanno progettate e che non meritano un simile trattamento?
Perché non si può lavorare insieme, pubblico e privato, sul Daturi Festival (speriamo che gli organizzatori tengano duro!) per farlo diventare un nostro Heineken Festival? Perché lo stesso Heineken Festival di Milano non può costituire un indotto per la nostra città? Sono 100-150 mila giovani che per quattro giorni invaderanno la metropoli milanese che si sta attrezzando con ostelli, alberghi e campeggi: perchè non possiamo avviare una collaborazione con Milano e farci delegare alcune funzioni e servizi?
Oggi il Comune di Piacenza ha un Assessore al marketing territoriale. Mi pare persona attiva e volenterosa, a giudicare dai primi passi. Il mio appello è perché non si faccia imbrigliare nella pesante burocrazia comunale o nei pesi e contrappesi dell'equilibrio politico. Piacenza ha voglia di crescere, e a tutte le potenzialità per farlo anche da un punto di vista culturale, artistico e turistico: teniamo i piedi per terra, ma per arrivare in alto ogni tanto bisogna anche sognare: e poi è così bello farlo...
*Alleanza Nazionale
3 commenti:
io mi domando ogni giorno che passa come sia possibile che certi politici abbiano le fette di salame sugli occhi, non sarebbe brutto ammettere gli sbagli e fare un passo indietro, la cosa più interessante riguarda le persone all'opposizione che quando comandavano hanno fatto poco o nulla e ora si lamentano, ma a piacenza esisterà mai qualcuno che pensi realmente alle necessità di noi giovani? lo stesso palabanca quest'anno è stato sottoutilizzato per concerti...
Infatti, il problema non è politico, qui devono fare autocritica tutte le varie giunte che si sono succedute. Quella di Reggi, a parer mio ha meriti e demeriti. A loro (al sindaco in primis), va dato atto di aver smosso le acque, dopo decenni di cronica apatia. Personalmente, vedo una periferia molto migliorata, specialmente nel verde e nella viabilità. Per il centro il discorso è più complesso; C'è tantissimo da fare e da recuperare. Qualcosa è stato fatto, anche se i risultati non sempre sono stati dei migliori. Lo stradone Farnese è un esempio, è una via imponente, ricca di opere d'arte di notevole importanza. Ora, dopo gli interventi al manto stradale sembra una pista d'atterraggio.Sicuramente una scelta poco attinente al contesto storico, ma questo, è solo uno dei tanti esempi che si potrebbero riportare.
Per quanto concerne le iniziative per i giovani non mi sento di fare critiche, si può migliorare, ma negli ultimi anni ci sono stati eventi musicali come non mai, ed il Daturi Fillmore Festival ne è un esempio lampante.
Alla giunta Guidotti il merito di aver creato un evento come tracce, purtroppo eliminato dall'attuale amministrazione per i costi troppo elevati che la manifestazione comportava.
Parlando dello stradone Farnese...
Dei cosiddetti "lampioni monumentali" installati recentemente, ne ho visti di identici ma verdi su un tratto di provinciale nella bergamasca. Nel contesto erano perfetti. Non si può dire lo stesso nel caso dello stradone. Si vede che nel determinare la scelta, non é stato interpellato nessuno che avesse la volontà di dare un qualcosa in più sul piano della valorizzazione storica, e perché no, estetica dello spazio urbano. Io li ricollocherei uno ad uno in tangenziale. Sono troppo alti, troppo luminosi e di monumentale hanno ben poco. A mio avviso i classici lampioni monumentali, come comunemente intesi, disposti su entrambi i lati della strada, avrebbero funzionato molto meglio come elementi di riqualificazione urbana.
Ahimé é anche vero che é dura valorizzare una strada storica come lo stradone, già pesantemente snaturata da svariati scempi architettonici compiuti durante il dopo guerra. Ciò che mi deprime ulteriormente é il fatto che laddove un macello é stato recuperato di recente, un'altro, di fianco, sta per essere nuovamente perpetrato. Mi riferisco al casermone di 8 piani in costruzione davanti all'ex chiesa delle Teresiane: l'ennesima pugnalata al centro storico della città (nonché una nuova sorgente di traffico / inquinamento). Eppure il PRG lo permette. Ha dell'incredibile!
Infine per quanto riguarda l'aspetto della strada in sé e come efficienza per la mobilità, si, é sicuramente migliorata la situazione - le piste ciclabili, lo stop ai parcheggi nell'ultimo tratto (divieto teorico) - però si doveva essere più ambiziosi. Personalmente avrei preferito una singola pista ciclabile più larga, posta sul lato della chiesa di S. Agostino e un restringimento della carreggiata o lieve rialzamento stradale in corrispondenza degli attraversamenti pedonali (magari utilizzando del porfido, come ho visto hanno fatto a Crema).
Per concludere in generale, se si vuole valutare la bellezza (e quindi anche la vivibilità) di una città o di una singola via, prendendo in considerazione l'insieme armonico degli elementi architettonici ed urbanistici che la compongono, piuttosto che il valore dei singoli monumenti o palazzi che siano, penso che a Piacenza siamo messi maluccio.. ed é un gran peccato.
Se fosse per me, prenderei spunto da quanto avviene nell'ex Germania socialista o in Gran Bretagna, incominciando a demolire certe brutture che sviliscono il centro storico. Al loro posto, o nuove costruzioni di minore impatto ambientale e maggior qualità architettonica nel rispetto del pre esistente, o semplicemente parcheggi interrati e giardi pubblici in superficie.
Sarà mai possibile incominciare a ragionare in questi termini?
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