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domenica 28 febbraio 2010

Epigrafi piacentine - Angelo Genocchi

Quest’epigrafe commemora Angelo Genocchi, grande matematico piacentino situata nella via a lui intitolata. Nacque il 5 Marzo 1817. In antichità, come cita la lapide posta sul palazzo sede delle Orsoline (vedi foto), la strada era denominata “di Santa Agnese” a dimostrazione che era la via principale della più antica borgata di Piacenza. In tempi “più recenti”, attorno al 1887, la commissione comunale preposta alla denominazione delle vie prese in considerazione di dedicare la via a Bartolomeo Pallastrello navigatore e suocero di Cristoforo Colombo che la tradizione lo vorrebbe originario di Piacenza, ma nel 1889 moriva a Torino Angelo Genocchi, che diede enorme lustro a Piacenza con le sue ancora attuali teorie della moderna analisi matematica.

La commissione non ebbe così più dubbi e nel 1889 dedicò alla città quella che oggi è la strada che da via Roma conduce fino a via X giugno, ed a Genocchi è intitolata anche una scuola media inferiore (distaccamento della scuola media inferiore “I. Calvino” in via Stradella).
Genocchi
, pur da sempre appassionato di matematica, si laureò invece nel 1838 prima in legge all’Università di Piacenza dove ottenne anche la cattedra di diritto romano. A partire dal 1848 fu invece tra i primi patrioti e questo gli costò l’esilio e si rifugiò così a Torino.
La “capitale” piemontese gli offrì ospitalità ma non gli permise di trovare
da subito un’occupazione e con molto coraggio si mise a studiare matematica e nel 1857 fu già in grado di insegnare, ottenendo nel 1859 la cattedra di algebra e geometria.
Angelo Genocchi in questi anni produsse un gran numero di pubblicazioni raggiungendo una posizione di priorità sul calcolo differenziale
: I suoi 176 saggi hanno avuto riconoscimenti in tutto il mondo. Tornando invece alla via a lui dedicata, si vogliono indicare due importanti Chiese piacentine quali S.M. in Gariverto e la Chiesa di San Cristoforo. La prima risale al settecento ed è sede della parrocchia, mentre la seconda del fine seicento, detta anche “della Morte”, nel 1900 lo Scalabrini vi trasferì la sede delle anime purganti.

articolo di:
Claudio Gallini

Angelo Genocchi - foto di: Claudio Gallini


lunedì 22 febbraio 2010

PALAZZO FARNESE - ritorno all'antico

Palazzo Farnese, l'imponente costruzione iniziata dal Vignola nel 1558 è dal 1965, anno di fondazione dell'Ente Farnese che, la residenza Farnesiana, è sottoposta a un lungo percorso che le ha permesso uno splendido recupero conservativo dopo i secoli di pesanti rimaneggiamenti.
L'ultimo importante atto ha consistito nella riapertura delle dodici finte nicchie, poste sul fronte interno del palazzo e, murate assurdamente negli anni cinquanta. La riapertura delle nicchie ha alleggerito la mole vignolesca e segna un ulteriore passo verso il recupero integrale della reggia piacentina.
PALAZZO FARNESE - nicchie murate


PALAZZO FARNESE - nicchie aperte

domenica 14 febbraio 2010

PIAZZA CAVALLI - un anno dopo

Dopo quasi un anno dal termine della "sistemazione" conservativa della Piazza dei Cavalli, l'effetto che abbiamo è sotto gli occhi di tutti. La principale piazza della città si presenta sfregiata. Difficile ricordarsi un intervento così distruttivo e inutile. "Il tempo sarà galantuomo!". Così, Ignazio Brambati (assessore alle opere pubbliche del comune), un anno fa ribadiva alle polemiche di chi criticava aspramente gli interventi sulla Piazza. Per mesi sono stato "zitto" ma, ogni volta che passo per la piazza, un "pugno" fortissimo mi colpisce nello stomaco.
Le pietre sostituite si sarebbero dovute uniformare alle originali, il tempo e gli agenti atmosferici avrebbero dovuto aiuare il processo di omogeneizzazione fra le lastre nuove e quelle originali.
I mesi passano ma, la differenza cromatica fra le pietre vecchi e quelle nuove appare sempre più evidente creando nella piazza un effetto davvero imbarazzante.
Ora, da piacentino innamorato della propria città, chiedo che qualcuno "paghi" par la propria presunzione e pressapochezza con la quale si è intervenuti sul cuore della città. Una piazza che ha resistito ai secoli e alle guerre ma non alla gestione di Brambati e Reggi.

Piazza dei Cavalli - prima del restauro

Piazza dei Cavalli - pavimentazione nuova