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martedì 21 febbraio 2012

Il monumento a G.D. Romagnosi a Piacenza.

Un ringraziamento particolare all'autore dell'articolo, l'amico Claudio Gallini e a Davide Galli che, grazie ad alcuni suoi interessanti spunti, mi ha fatto interessare alle vicende che hanno "legato" il giurista Giandomenico Romagnosi e la città di Piacenza.

Una delle statue più interessanti che possiamo trovare nel centro storico cittadino, è sicuramente quella dedicata al giurista Gian Domenico Romagnosi, posta in piazzetta S. Francesco. Romagnosi nacque a Salsomaggiore l’11 Dicembre del 1761 da un’abbiente famiglia che gli permise di studiare in raffinati ambienti culturali quali il Collegio Alberoni di S. Lazzaro e in seguito di ottenere una laurea in giurisprudenza a pieni voti presso la facoltà di Parma. Egli è considerato uno degli intellettuali italiani più importanti del XIX
secolo, con il ruolo di maestro per le generazioni a venire che si andavano impegnando al Risorgimento italiano. Romagnosi morì l’8 giugno 1835 a Milano, lasciando una profonda traccia nell’ambiente giuridico che lo ricorda come uno dei più illustri luminari d’Italia grazie alle sue larghezze di veduta, profonda preparazione, e una visione futuristica del diritto. Attorno al 1865 approdò in consiglio comunale a Piacenza, la notizia dell’esistenza di un bozzetto di una statua raffigurante il piacentino Giandomenico Romagnosi. E’ doveroso precisare che al tempo il territorio di Salsomaggiore apparteneva a Piacenza, e della stessa località era nativo anche Cristoforo Marzaroli autore del bozzetto, e in seguito della scultura.
Con molto fervore fu istituita una commissione incaricata a esaminare tali bozze per un’eventuale disposizione della statua in piazzetta S. Francesco, nelle prossimità di Piazza dei Cavalli.
Benché la Commissione e l’artista riuscirono a trovare quasi subito un accordo, sia sotto l’aspetto economico sia nei tempi di realizzazione, in Consiglio Comunale si crearono delle diatribe sulla posizione di tale monumento. Fu lo scultore Marzaroli, nel 1865, la chiave decisiva per destinare la statua nel luogo dove la troviamo ancora oggi, davanti alla chiesa di S. Francesco. L’appoggio costante del filosofo piacentino alla causa liberale e nazionale e la posa della statua davanti a S. Francesco con le spalle girate, suonò per la Chiesa come un’opera sacrilega e la tradizione vuole, per questa ragione, che il Clero piacentino fece erigere l’altrettanto famosa colonna in piazza Duomo con al vertice la statua dell’Immacolata. E’ interessante ora rilevare che dalla data di disposizione di tale monumento, si susseguirono fino ai giorni d’oggi, diversi tentativi di trasferire altrove l’effigie del nostro Romagnosi. Nel Maggio del 1952, Libertà si fece portavoce di molti, che trovarono indispensabile la rimozione della statua, da piazzetta S. Francesco, per diverse ragioni: affinare l’estetica di Piazza Cavalli, migliorare il traffico e ridare dignità all’opera monumentale.
Come alternative furono proposte: il centro dello spartitraffico tra via Benedettine e viale Risorgimento, il centro di piazzetta Vigoleno davanti alla Prefettura, al centro dello Stradone Farnese verso Corso Vittorio Emanuele ed infine nel mezzo della grande aiuola posta nei pressi della chiesa di S. Savino.
Quasi un anno dopo, si riunì il Consiglio Comunale proprio sul caso “Romagnosi”, che sentenziò un possibile spostamento del monumento all’interno dei giardini Merluzzo poiché era previsto il rifacimento della pavimentazione in piazzetta S. Francesco. Su tale argomento però s’inserirono i commenti di alcuni autorevoli piacentini quali l’ing. Lodigiani, il dott. Minoja e il rag. Chiappa che si sentivano contrariati a tale spostamento ribadendo le ragioni sentimentali dei piacentini e per questa ragione il Consiglio Comunale
decise di rinviare l’argomento a data da destinarsi. La questione ritornò presto alla ribalta, nel 1958, poiché iniziarono i lavori di costruzione del terzo lotto in Piazza Cavalli e per esigenze di cantiere, la statua fu rimossa per dare spazio all’allestimento dello stesso.
Era il 20 maggio 1958 quando la statua di Romagnosi, dal peso di ben 60 quintali, fu levata e trasferita nelle scuole Alberoni; trascriviamo un pezzo preso dalla Libertà di allora: “[…] La veneranda statua, con tutta l’attenzione dovuta al suo rispettabile peso, è stata caricata su un carro al cui traino sono stati agganciati due cavalli, il che conferisce alla manovra l’apparenza di un funerale […]”.
I lavori del terzo lotto iniziarono e la statua fu “parcheggiata” e quasi dimenticata per anni presso le scuole Alberoni, sennonché nella primavera del 1965 la Famiglia Piasinteina risollevò la questione “Romagnosi” insistendo su una decisione ufficiale circa una degna sistemazione.
Da questo impulso, ne nacque un’accesa discussione tra esperti, storici e ogni giorno si aggiungevano voci, pareri e contrasti che perdurarono mesi. C’era chi voleva la statua comunque lontano da Piazza Cavalli per non disturbare altre bellezze quali i Cavalli farnesiani, altri proponevano di collocarla nel largo antistante all’attuale Istituto Colombini, altri insistevano sullo Stradone Farnese, ma la decisione finale spettava all’Amministrazione Comunale.
Il giorno 11 settembre 1965 il giornale Libertà scriveva “ Il monumento a Romagnosi tornerà in piazza Cavalli”. I lavori iniziarono nel marzo del 1966 e la statua fu collocata esattamente, dove si trovava anni prima e dopo un mese di lavori fu finalmente restituita ai piacentini.

testo di: Claudio Gallini

foto di Massimo Mazzoni