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domenica 25 maggio 2008

Il tondo di Botticelli

La pinacoteca comunale di Piacenza, collocata all'interno del rinascimentale Palazzo Farnese, si fregia di un vero e proprio capolavoro di Sandro Botticelli (Firenze, 1 marzo 1445Firenze, 17 maggio 1510), "La Madonna adorante il bambino con San Giovannino" meglio conosciuto come il "tondo" di Botticelli. L'opera, databile attorno al 1480 e contenuta da una splendida cornice dorata, è preziosa sia per l'elevatissima raffinatezza pittorica sia per l'altissimo contenuto iconografico che l'artista gli conferisce. Il tondo raffigura la Madonna inginocchiata che, al fianco di un piccolo San Giovanni Battista, adora il Bambin Gesù.
Pur non comparendo in nessun testo evangelico, l'incontro fra i due bambini, San Giovanni e Gesu, fu un tema di grande successo nella pittura fiorentina del XV secolo, con l'intenzione di umanizzare la figura della divinità e di esaltare gli affetti familiari.
La scena è posta all'interno di uno splendido roseto fiorito che lascia intravedere un paesaggio che si perde in lontananza. Il roseto caricato da un forte simbolismo; infatti, le rose, oltre al classico significato della verginità di Maria, con il loro colore rosso rappresentano l'evidente allusione al sangue di Cristo e, quindi, al suo futuro sacrificio.
Sconosciuta sia la committenza che la destinazione originaria del tondo. La prima documentazione è del 1642, relativa ad un inventario dei beni di Federico II° Landi custoditi nella fortezza di Bardi. Dell'opera se ne perdono le tracce fino al 1860, quando il castello passa al Demanio del Regno d’Italia è allora che il dipinto viene riscoperto. In un primo tempo è assegnato alla Pinacoteca di Torino, ma l’allora sindaco di Piacenza, Faustino Perletti, lo ottiene come dono alla città da parte del Governo.
il recente restauro condotto nel 2004, fornisce agli studiosi nuove indicazioni diagnostiche e, proprio da quest'ultimo intervento di recupero sono scaturiti nuovi studi scentifici sulle tecniche e sui significati dell'opera da cui è nato un Volume a cura di Davide Gasparotto (storico dell'arte della Soprintendenza per il Patrimonio Storico e Artistico per le province di Parma e Piacenza) e Antonella Gigli (direttrice dei Musei Civici di Palazzo Farnese di Piacenza).


Tondo di Botticelli

domenica 18 maggio 2008

Monticelli d'Ongina - La Rocca dei Pallavicino

Monticelli d'Ongina rappresenta uno dei principali centri della Bassa Padana piacentina. Di fondazione romana, la colonizzazione di "Monticellorum De Unghinis", questo il nome antico del paese, fu dovuta alla sua favorevole posizione strategica data dalla vicinanza col fiume Po, prerogativa che da sempre, ne ha contraddistinto la storia favorendone lo sviluppo economico e sociale.

Nel X secolo il paese era sotto la giurisdizione del Vescovo di Cremona, per passare in seguito sotto il dominio di due famiglie cremonesi, i Dovara e i Bonifaci de Unghinis (dal cui nome deriva il toponimo d'''Ongina'') che mantennero il possesso del paese fino al 1335, anno in cui, la Città di Cremona, divenne dei Visconti che cedettero il feudo al marchese Rolando Pallavicino che fece del paese un vivace centro culturale. A lui si deve la costruzione dell'imponente castello, che venne ultimato nel corso del XV secolo per volontà del figlio Carlo, vescovo di Lodi.

L'edificio, che presenta una pianta quadrangolare circondata da un ampio fossato, è dotato ai lati di quattro torrioni circolari secondo una classica tipologia dei manieri del piacentino.
Attraverso lo scalone di rappresentanza, affrescato nel XVIII secolo, si giunge agli appartamenti nobiliari arricchiti dagli affreschi del salone d'onore raffiguranti "Il Trionfo della famiglia Casali".
Di grande valore artistico la bellissima cappella quattrocentesca, affrescata nel XV secolo, da Bonifacio e Benedetto Bembo.
Attualmente la rocca rappresenta il fulcro culturale di Monticelli. al suo interno, infatti, vengono ospitati l'Acquario, il Museo Etnografico del Po ed, Inoltre, vengono destinati spazi espositivi per manifestazioni organizzate dalla Fondazione D'Ars.

Castello Pallavicino - secolo XV secolo

foto di Sbarrax

Informazioni tratte da: www.comune.monticelli.pc.it

sabato 10 maggio 2008

Palazzo Uffici - una diatriba lunga due giunte

Il progetto di costruire un nuovo ed unico "Palazzo degli Uffici" fu la classica "goccia" che fece "traboccare" ed incrinare la maggioranza nella prima legislatura di Reggi, portando alla fuoriuscita di Gianni D'Amo che, su questo argomento, sollevò parecchi dubbi e polemiche che portarono a posizioni contrastanti rese col tempo sempre più insanabili fra lui ed il resto della maggioranza.
D'amo non fu certo l'unico ad opporsi alla costruzione del nuovo palazzo infatti, anche la minoranza, fece una forte e compatta opposizione al fine di bloccare l'edificazione del Palazzo che, a conti fatti, sembrerebbe avere costi elevatissimi che si aggirerebbero fra i 17 ed i 19 milioni di Euro.
Durante la prima giunta Reggi il progetto, data la guerra intestina che aveva creato all'interno della maggioranza, fu temporaneamente accantonato per essere poi riproposto come una delle assolute priorità per il secondo mandato del Sindaco Reggi.
La spinosa questione crea ancora oggi dibattiti accesissimi fra la maggioranza, ancorata alla
convinzione che una nuova struttura che accorpi tutti gli uffici sia necessaria per lo sviluppo
e la gestione di una città moderna e l'opposizione, che è divisa fra chi vorrebbe mantenere almeno gli uffici comunali nel centro storico o comunque alle sue porte e fra chi ritiene inutile la creazione di un palazzo adibito a questo scopo.
A contestarne l'inutile ed ingente spesa è l'ex sindaco Vaciago. L'illustre economista ritiene assurda la costruzione del palazzo, perchè, nell'era di internet dove tutto può essere gestito telematicamente limitando spostamenti e costi gestionali è illogico, secondo Vaciago, avventurarsi in una vera e propria "cattedrale nel deserto" paragonata addirittura ad una modalità di agire tipicamente Borbonica e non certo adatta per una città che mira a guardare al futuro.
Le proposte vagliate sono state tre: due già esistenti (ex Ospedale Militare e gli ex Magazzini Generali) ma su cui bisognerebbe apportare notevoli interventi, considerate dagli esperti consultati dalla maggioranza, addirittura ben più onerosi rispetto alla costruzione ex-novo di una nuova struttura posta al di fuori del centro, individuata nell'area dell'ex-Unicem e valutata come locazione ottimale, grazie alla sua baricentricità rispetto alla città e che andrebbe a soddisfare tutti quei requisiti richiesti dalla maggioranza.
Personalmente la penso come Vaciago: L'intraprendere un'operazione così imponente rischia di essere un salasso inutile ed evitabile per la tasca dei piacentini è si vero che, comunque, una razionalizzazione dell'organizzazione è necessaria ma, non sono così convinto che la scelta di costruire un edificio così imponente sia fondamentale per Piacenza che, a parer mio, avrebbe priorità più importanti da perseguire.
Da segnalare che, città a noi limitrofe come: Cremona e Pavia, hanno accorpato gli uffici comunali in strutture già esistenti e ristrutturate mentre, a Parma, è stato edificato un colossale ed avveniristico edificio dal costo complessivo di 38 milioni di euro.
L'argomento è di notevole rilevanza e, proprio per questo motivo, sarebbe molto interessante sentire il pensiero di noi comuni cittadini in merito a temi che cambieranno il volto e l'organizzazione burocratica della nostra città.

foto tratte da: www.liberta.it

Ex Ospedale Militare - Barriera Genova




Ex Magazzini Generali - Via Colombo




domenica 4 maggio 2008

Il Castello di Rezzanello

Situato a Gazzola il Castello di Rezzanello rappresenta uno dei manieri più prestigiosi è meglio conservati della provincia piacentina.
L'edificio, risalente al X secolo, presenta una pianta trapezoidale ed è dotato di quattro torri circolari. Nella corso della sua millenaria storia il maniero fu scenario di numerose battaglie, molto cruenti quelle fra i Ghibellini Viscontei ed Guelfi di Piacenza che, pur rifugiandosi all'interno del maniero, ebbero la peggio nei confronti delle truppe Viscontee.
Nel corso del 1300 il castello fu abitato da Gabriello Boccapiccina, per passare successivamente alla famiglia Chiapponi che ne mantennero la proprietà fino al 1700 quando gli Scotti divennero i nuovi proprietari dell'edificio e si resero promotori della sua trasformazione da rocca difensiva ad elegante dimora patrizia dotata di lussuose stanze e di uno splendido parco "all'inglese" di oltre sette ettari costituito da diverse specie arboree, due laghetti, uno stagno ed una sorgente d’acqua naturale.
Attualmente, grazie ai nuovi proprietari che ne mantengono perfettamente l'integrità, all'interno del castello si realizzano: eventi, meeting, matrimoni e, soprattutto, si ha la possibilità di pernottare nelle quattordici camere da letto "immergendosi" in un'atmosfera unica che solamente posti di questo fascino riescono a suscitare.

Informazioni e foto tratte da: www.ilcastellodirezzanello.it