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martedì 29 marzo 2011

Piazzetta Plebiscito - le mie idee e impressioni

Torno a parlare del contestato progetto riqualificativo su Piazzetta Plebiscito.
Ieri sera, 28/02/11, si è tenuta un'assemblea molto partecipata fra comune, comitato a favore del mantenimento dei tigli e comuni cittadini.
Nell'arco della serata, è stato presentato il progetto del comune. Una rivisitazione dell'antico chiostro con una soluzione, a pare mio, molto insensata per il luogo storico in cui verrebbe attuata.
Nel progetto, si prevede l'abbattimento di 7 tigli sani, "colpevoli", a detta dell'amministrazione comunale, di offuscare la visibilità del chiostro trecentesco. La pavimentazione, dovrebbe richiamare e, completare idealmente, l'antico chiostro.
Una nuova illuminazione artistica, atta a valorizzare il complesso francescano e tutta l'area della piazza.
Progetto del comune tratto da: www.comune.piacenza.it

Personalmente, sono in assoluto disaccordo con questa proposta, da me ritenuta fredda e poco coerente alla storicità del luogo.
Innanzitutto, trovo assurda la scelta di abbattere dei tigli sani e belli e che, per giunta, non danno assolutamente fastidio alla visibilità del chiostro. Sicuramente, sono molto più invasive le auto che, abitualmente, trovano parcheggio in quest'area. Mi piacerebbe, che la piazza fosse sempre dotata di panchine (magari più eleganti e ricercate delle attuali), che fosse impedito il libero bivacco, come avviene attualmente. Che fosse decorato da siepi rosate nei due lati mancanti del chiostro; Poi, ovviamente, una nuova illuminazione artistica ed una nuova pavimentazione.
Una prova, forse troppo ardita, ho immaginato un piccolo giardinetto con al centro una fontanella o un pozzo, proprio come negli antichi chiostri monastici.
Sono solo idee, probabilmente ingenue, ma credo che soluzioni che salvaguardino questo spazio, si possono e si devono trovare.
Massimo Mazzoni

idee e progetti di Massimo Mazzoni



domenica 20 marzo 2011

la protesta dei Tigli... non abbatteteci!!!

Una silenziosa, ma rumorosa protesta è in atto a Piacenza. I protagonisti di questa battaglia, sono i bellissimi tigli di piazzetta Plebiscito. Su di loro, è stata indetta dal consiglio comunale una "pena capitale" che, dovrebbe, prevedere il loro abbattimento... ebbene si, uno degli angoli più suggestivi, ma bistrattati del centro cittadino (piazzetta Plebiscito), dovrebbe avere una "sorta" di presunto maquillage. Un intervento riqualificativo che, dovrebbe, ridare lustro alla piazzetta, tanto centrale, quanto poco frequentato dai piacentini; se escludiamo i tanti balordi che, quotidianamente, sostano sulle panchine della piazzetta.
La presentazione del progetto riqualificativo, è stato presentato dal consiglio comunale cittadino e, presenta i tali interventi: Una nuova pavimentazione in pietra, una illuminazione artistica e l'abbattimento di diversi tigli presenti nell'area, in particolare sette che, coprirebbero la visuale sull'artistico chiostro di San Francesco.
La protesta dei tigli non si è fatta attendere e, in modo molto civile e composto, hanno attuato un vero sit-in pacifico, fatto da foglietti polemici contro l'amministrazione cittadina.
Io, da comune cittadino, mi accodo alla protesta dei tigli di non essere abbattuti. Sono sani, bellissimi e con tanta voglia di continuare la loro vita, silenziosa ma preziosa a tutta la cittadinanza.
Reggi, Brambati, etc, etc... date retta ai tigli e lasciateli in pace al loro posto!!!

SOLIDARIETA' MASSIMA AI TIGLI!




martedì 15 marzo 2011

EPIGRAFI PIACENTINE - Giuseppe Manfredi

Questa lapide, posta in via X Giugno (ex via Fodesta) al n° 3, forse più di ogni altra proclama le
vicende risorgimentali piacentine ed italiane, perché dedicata al massimo esponente della “Società Nazionale Italiana”, il piacentino Giuseppe Manfredi. L’iscrizione riporta:

Negli anni dello occulto travaglio per rendere la patria libera e una qui ai piacentini della Società Nazionale dava diuturno convegno Giuseppe Manfredi primo ai rischi e in sapiente osare mirabile allorché dittatore di Parma e Piacenza vita e storia concluse dell’antico ducato nei fasti della Nuova Italia 1857-1859. A testimonianza perenne. Tra i fulgori di più alte mete oggi raggiunte l’Opera Pia Alberoni pose 10 giugno 1937”.

Egli nacque a Cortemaggiore il 17 Marzo 1828 dove iniziò i primi studi, per continuare più tardi a
Piacenza presso il liceo San Pietro curato dai gesuiti; si laureò poi in giurisprudenza a Parma nel 1849.
Manfredi fu docente e giureconsulto, ma coltivò fin da subito, la passione politica; fu un attivista
carismatico tanto che la polizia austriaca lo tenne duramente sotto controllo; fu presidente della
“Società Nazionale Italiana” nel 1857 e del “Comitato Insurrezionale Piacentino” capeggiando una
forte campagna antiaustriaca: l’avamposto di queste cospirazioni fu spesso la casa di Manfredi di
via X Giugno dove è esposta l’epigrafe.
Nel 1859 fu condannato a morte in contumacia dal governo austriaco, ma per una serie di eventi
a lui favorevoli, riuscì a rifugiarsi prima in Liguria a Genova, e successivamente a Torino; ritornò a Piacenza dopo pochi mesi e riuscito a scacciare gli austriaci dal nostro territorio, fondò un governo provvisorio a cui seguì l’annessione di tutta l’Emilia al Piemonte in un nuovo stato.
Dopo la fusione al Regno d’Italia, Giuseppe Manfredi venne eletto al collegio di Monticelli d’Ongina come deputato al primo parlamento italiano nel Marzo del 1860; terminata questa legislatura si ritirò dalla politica per proseguire quella di magistrato che lo vide presente nei palazzi di giustizia di: Casale Monferrato, Perugia ed infine a Firenze.
Manfredi venne segnalato tra l’altro da Camillo Benso conte di Cavour come uno dei migliori uomini della città.
Egli si spense il 6 Novembre 1918 e la sua salma riposa ora nella basilica di San Francesco a Piacenza.
A lui è inoltre dedicata la strada che da Piazzale Medaglie d’oro giunge fino alla Galleana, quella
che un tempo era chiamata “pista della polvere”.

Claudio Gallini

Epigrafe di Giuseppe Manfredi - Foto di Claudio Gallini