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lunedì 28 settembre 2009

la collezione Mazzolini

Correva l'anno 2007 quando, all'interno della rocca Viscontea, si tenne la presentazione al pubblico di una selezione della "collezione Mazzolini", importante donazione da parte della scomparsa Rosa Domenica Mazzolini, che volle donare alla diocesi di Piacenza-Bobbio il suo ingente patrimonio artistico.
la Collezione, formata da centinaia di dipinti dei maggiori artisti del 900 Italiano, rappresenta una vera e propria testimonianza della pittura italiana del XX° secolo e va ad arricchire la vastissima quantità di opere artistiche di proprietà della curia locale. A comporre l'imponente raccolta, vi sono 872 quadri e 27 sculture, fra cui spiccano opere di: Giorgio De Chirico, Carlo Carrà, Ottone Rosai, Filippo De Pisis, Massimo Campigli, Mario Sironi, Giuseppe Capogrossi, Virgilio Guidi, Aligi Sassù, Lucio Fontana, Bruno Cassinari, Ennio Morlotti, Arnaldo e Giò Pomodoro e tanti altri artisti che han fatto la storia dell'arte moderna nazionale.
Dalla conclusione della mostra, le opere non sono più state esposte al pubblico e, dato l'eterno rilancio che si vorrebbe dare alla Galleria d'Arte moderna Ricci Oddi, sarebbe auspicabile una collaborazione fra Diocesi e Comune di Piacenza, atta a completare la storica collezione Oddiana e, contemporaneamente, a valorizzare le due raccolte private che, allo stato attuale, cercano il giusto spazio espositivo. La Galleria Ricci Oddi, attraverso l'ampiamento nell'Ex Palazzo Enel, tenterà il definitivo riscatto turistico; la collezione Mazzolini, unita a quella dello storico collezionista Giuseppe Ricci Oddi, andrebbe a creare una raccolta artistica unica nel suo genere, composta dai maestri dell'800e del 900 italiano.

Giorgio De Chirico (collezione Mazzolini)

domenica 20 settembre 2009

San'Agostino - tesoro negato

Dal 17 al 20 e dal 24 al 27 settembre 2009, la basilica di Sant'Agostino a Piacenza, è sede dell'esposizione : "L'arte di arredare", manifestazione alla sua undicesima edizione organizzata dal Consorzio Professionisti dell'Arredamento. Quest'evento, oltre ad offrire la possibilità di vedere le ultime novità in termini di design e arredamento, da la grande opportunità ai piacentini di poter visitare la basilica Agostiniana, la chiesa più imponente della città, l'unica a cinque navate. Sant'Agostino, è un superbo esempio di architettura rinascimentale, fondata nel 1570 è opera del Caramosino. Da decenni è inutilizzata, se non per manifestazioni sporadiche che, comunque, non consentono alla struttura un'adeguata conservazione e valorizzazione della stessa.
Inutile ricordare che, nel 2015, Milano sarà protagonista dell'EXPO, un evento su scala mondiale che richiamerà nella città meneghina milioni di visitatori che, si spera, almeno una piccolissima fetta possano riversarsi visitare anche il nostro territorio.
Uno spazio come Sant'Agostino, non può assolutamente non essere sfruttato in vista di tale occasione. La sua imponenza ma, specialmente, il fascino che sprigiona l'ex basilica, possono essere una carta vincente per un turismo locale che, in definitiva, a Piacenza non è mai esistito.

maggiori info sulla basilica le potete trovare su questo post: Basilica di Sant'Agostino


martedì 15 settembre 2009

Sassi sullo stomaco

Rabbia, frustrazione, inebetimento. Sono molteplici i sentimenti che provo verso alcuni membri della classe politica locale. Piacenza, come del resto tutto il paese, sta vivendo un periodo di nette traformazioni, sociali e culturali. La "mangiada in si sass", iniziativa privata dell'Osteria dell'Angelo" svoltasi lo scorso 4 settembre, mirava esattemente nel rivivere momenti passati quando, il "Quartiere Roma", rappresentava per coloro che vi abiavano, una sorta di "famiglia allargata". La cena, a pagamento e aperta a tutti, previa normale prenotazione, ha fatto registrare per il secondo anno consecutivo il tutto esaurito. Oggi, martedì 15 settembre 2009, scopro che Roberto Reggi, sindaco di Piacenza, Lorenzo Gattoni, Edo Piazza (Per Piacenza con Reggi) e Giovanna Calciati (PD), definiscono l'evento come nostalgico e, soprattutto, come un'occasione persa per integrare stranieri e italiani.
L'osteria, che già nella passata edizione pagò un affitto di plateatico molto ingente (6.000 euro), quest'anno si sente accusare di discriminazione verso le comunità straniere residenti a Piacenza,
per non aver organizzato una cena multietnica a cui avrebbero potuto partecipare anche le altre nazionalità. Ricordo che, per quanto riguarda le iniziative interculturali, esiste un'agenzia preposta appositamente per organizzare questi eventi (Agenzia quartiere Roma) e che, quindi, questo compito non spetta certamente a un privato ristorante di cucina tipica. Polemiche così sterili non fanno altro che mortificare un ambiente culturale già estremamente misero. Mi auguro che Reggi e co. si impegnino maggiormante per far crescere Piacenza, che di questioni così inutili non sa proprio che farsene se non per rallentare ulteriormente di quanto già lo sia. Nessuno, vuole privare gli stranieri delle proprie sacrosante tradizioni; recentemente è stata organizzata la festa senegalese e, personalmente, ritengo civilissimo che TUTTI possano vivere i propri usi e costumi, rimango sconvolto invece da chi, pretestuosamente, addita di razzismo chi onora le nostre. Piacenza deve crescere, lo ripeterò alla nausea ed episodi come questi mi fanno rendere conto di quanto siamo arretrati e di quanta strada dovremo ancora fare...

lunedì 14 settembre 2009

operazione Veleia

Veleia Romana, nota anche come "La Pompei del Nord Italia", è posta a 460 metri sul livello del mare ed è incastonata nella Val Chero in provincia di Piacenza.
Nel 1760, sotto il comando di Don Filippo di Borbone, duca di Parma, Piacenza e Guastalla, iniziarono degli scavi archeologici che portarono alla luce importanti reperti archeologici, fra cui la prestigiosissima "Tabula alimentaria Traiana", la più' grande tavola scritta in bronzo di tutta l'età romana (metri 1,50 x 3) . Questa, insieme a tutti i restanti reperti, furono portati a Parma, dove, sempre nel 1760, fu appositamente costruito il Museo Archeologico per poter ospitare gli importanti ritrovati veleiati.
Oggi, nel settembre del 2009, il sindaco di Lugagnano Val d'Arda, Jonathan Papamarenghi, e il presidente della provincia, Massimo Trespidi, si sono impegnati nell'ardua e improbabile impresa di ottenere la restituzione da parte della città di Parma di quanto è stato tolto alla provincia piacentina e alla comunità lugagnanese. Questi reperti hanno dato lustro al Museo parmigiano e oggi, a prescindere dalla difficoltà dell'operazione, dovremo fare quanto possibile per riportare tali tesori nel confine piacentino. Riavere a Veleia la Tabula Alimentare e le altre sculture rinvenute alla fine del XVIII° secolo, vorrebbe dire ridare slancio turistico ad un "gioiello" ancora poco conosciuto e solo parzialmente valorizzato. Da piacentino, non posso che appoggiare completamente la causa del giovane sindaco e del neo presidente provinciale, Piacenza ed il proprio territorio devono credere maggiormente nelle proprie potenzialità, a mio parere enormi. Credere nella cultura, nelle proprie eccellenze storico-artistiche ed eno-gastronomiche potrebbero far fare al territorio quel salto qualitativo di cui da anni si parla ma, di cui, manca sempre qualcosa per poterlo effettivamente fare.

lunedì 7 settembre 2009

una mangiata sui sassi

Venerdì 4 settembre 2009, si è tenuta a Piacenza la seconda edizione della "na mangiada in si sass", serata organizzata dall'ottima "Trattoria dell'Angelo" che ha visto, dopo il successo della passata edizione con la partecipazione di ben 180 persone, un ennesimo consenso partecipativo con ben 250 piacentini che hanno cenato insieme, nel segno della convivialità e della piacentinità.
La cena, rigorosamente rispettosa delle tradizioni locali, si è distribuita fra via Tibini e via Sansone, eccezionalmente chiuse al traffico, ha voluto e saputo ridare quel tocco di nostalgico campanilismo ad una delle zone più belle ma, purtroppo, nell'ultimo decennio bistrattate della Piacenza, il quartiere Roma. Questo rione, come più volte detto, si sta tentando in tutti i modi di riportarlo ai fasti di un recente passato, quando, via Roma e zone limitrofe, erano considerate vie prestigiose mentre, allo stato attuale, questi stessi luoghi vengono ritenuti, più o meno ragionevolmente, come degradati e pericolosi da frequentare in certi orari. La presenza di una grande comunità extracomunitaria, è innegabile, ha indotto il quartiere a perdere quell'identità che da sempre lo contraddistingueva, con le sue botteghe, le osterie, e con i vari negozi commerciali. Serate come quelle di venerdì scorso riescono, almeno per qualche ora, a far rivivere l'atmosfera di una vecchia Piacenza che è, e sarà, sempre un ricordo più lontano.

la "vecchia" - via Roma