a cura di
Claudio Gallini
Agnellotti, agnolotti, anolini, cappelletti… per noi piacentini sono semplicemente anvëin! Guai a chiamarli diversamente, guai!
Claudio Gallini
Agnellotti, agnolotti, anolini, cappelletti… per noi piacentini sono semplicemente anvëin! Guai a chiamarli diversamente, guai!
Anche l’autore de, “Il dialetto piacentino”, Leopoldo Cerri nel 1910 tenne a precisare che i primi citati, agnellotti e agnolotti, non sono di origine piacentina ma nemmeno gli anvëin che a suo pensiero sarebbero stati portati nel piacentino nei primordi del sec. XIX in concomitanza dell’invasione francese.
Il Cerri, a differenza di mons. Guido Tammi che non azzarda alcuna analisi etimologica, sostiene che la pasta ripiena più famosa a Piacenza derivi da en-vin poiché già allora era usanza annegare gli anvëin in una fondina ricolma di vino.
E’ bene precisare che gli anvëin piacentini si differenziano da altri prodotti simili dal ripieno che deve essere rigorosamente di stracotto e cotti nel cosiddetto “brodo di terza” ovverosia preparato con la carne di gallina, vitello e manzo.