A
chi non è mai capitato di sentirsi dire da un piacentino D.O.C. la
tipica frase: “Te studiä in sal libar dal Muròn”?
Ebbene
vi devo confessare che nelle mie ultime ricerche su oratori e chiese
della provincia, mi è davvero capitato di prendere in mano uno dei
tanti volumi scritti da Gaetano Moroni in tema di storia della
Chiesa.
Anche
Guido Tammi, nel suo prezioso vocabolario “Piacentino-Italiano”,
edito dalla Banca di Piacenza, conferma, e nello stesso tempo
smentisce, che il famoso “Libar dal Muron” tante volte citato dai
nostri concittadini più anziani, potrebbe riferirsi al Dizionario
di erudizione storico-ecclesiastica da San Pietro sino ai nostri
giorni.
L’opera
si compone di centotre volumi, più altri sei volumi d’indici,
scritti tra il 1840 e il 1861 dal cav. Gaetano Moroni che, oltre a
esser stato uno dei più importanti bibliofili italiani, fu
oltretutto il maggiordomo personale dei pontefici Pio IX e Gregorio
XVI.
Il
Tammi ci riporta altresì anche la possibile associazione della
frase, utilizzata spesso e volentieri come uno sberleffo, con
l’autore di un libro di medicina, tale Sebastiano Moroni vissuto
nel XVI secolo.
La
derisione che avanza questa frase piacentina è ancora più ampia in
questo caso enfatizzato così: “l’ha studiä al libar da Muròn,
pö al studia, pö al dveinta cuiòn” come a dire di una persona
che si vanta di una grande dottrina ma altresì che alla fine non ha
capito nulla di quello che ha letto.
In
conclusione mi sento di appoggiare la tesi che il Muròn,
cui si riferisce il nostro proverbio, è assolutamente legato alla
raccolta dell’erudito Gaetano Moroni, testi fondamentali per lo
studio della nostra Chiesa.
articolo di: Claudio
Gallini
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