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lunedì 18 novembre 2013

Ma chi non ha mai letto il “Libro del Moroni”?


A chi non è mai capitato di sentirsi dire da un piacentino D.O.C. la tipica frase: “Te studiä in sal libar dal Muròn”?
Ebbene vi devo confessare che nelle mie ultime ricerche su oratori e chiese della provincia, mi è davvero capitato di prendere in mano uno dei tanti volumi scritti da Gaetano Moroni in tema di storia della Chiesa.
Anche Guido Tammi, nel suo prezioso vocabolario “Piacentino-Italiano”, edito dalla Banca di Piacenza, conferma, e nello stesso tempo smentisce, che il famoso “Libar dal Muron” tante volte citato dai nostri concittadini più anziani, potrebbe riferirsi al Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da San Pietro sino ai nostri giorni.
L’opera si compone di centotre volumi, più altri sei volumi d’indici, scritti tra il 1840 e il 1861 dal cav. Gaetano Moroni che, oltre a esser stato uno dei più importanti bibliofili italiani, fu oltretutto il maggiordomo personale dei pontefici Pio IX e Gregorio XVI.
Il Tammi ci riporta altresì anche la possibile associazione della frase, utilizzata spesso e volentieri come uno sberleffo, con l’autore di un libro di medicina, tale Sebastiano Moroni vissuto nel XVI secolo.
La derisione che avanza questa frase piacentina è ancora più ampia in questo caso enfatizzato così: “l’ha studiä al libar da Muròn, pö al studia, pö al dveinta cuiòn” come a dire di una persona che si vanta di una grande dottrina ma altresì che alla fine non ha capito nulla di quello che ha letto.
In conclusione mi sento di appoggiare la tesi che il Muròn, cui si riferisce il nostro proverbio, è assolutamente legato alla raccolta dell’erudito Gaetano Moroni, testi fondamentali per lo studio della nostra Chiesa.

articolo di: Claudio Gallini






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