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venerdì 31 ottobre 2008

La "Maledizione" del Carmine

Ammetto che stavolta non so come iniziare. Sono sbigottito, sono arreso di fronte ad una realtà così autolesionista, ottusa (non andrò oltre) come quella piacentina.
Da secoli viviamo "all'ombra" di altre realtà a noi limitrofe, un po' per obbligo e molto per scelta.
Tante volte mi sono illuso che a Piacenza la mentalità potesse cambiare, che anche noi piacentini iniziassimo a remare tutti verso un'unica direzione che dovrebbe portare ad un giovamento comune. Invece, con triste rassegnazione, devo constatare un costante ed assiduo impegno nel far si che la "macchina" Piacenza resti una desolante utilitaria. Passano le amministrazioni comunali e provinciali, si alternano giunte di destra e di sinistra, ci si "incarta" per mesi e a volte per anni su tutto, dalle questioni futili a quelle determinanti per lo sviluppo del nostro territorio.
Le tante promesse, i progetti per una nuova città che fosse più attraente e moderna stanno cadendo progressivamente. Qui, sia ben chiaro, non ne faccio una colpa all'attuale giunta comunale ma distribuisco le responsabilità da una parte dall'altra fino ad arrivare anche all'amministrazione provinciale che benissimo si è adattata alla politica masochista attuata da sempre in città.
Le questioni che mi fanno rabbia sono tante: dalle tanto acclamate aree Militari e chi segue la vita cittadina sa a cosa mi riferisco, ed a tutti quei progetti di rilancio culturale che sono stati fatti e non eseguiti o, ancor peggio, di quelli che per anni hanno aspettato di essere eseguiti, che sono stati iniziati e che poi, per un puro dissapore politico anche se paradossalmente fra due giunte del medesimo colore, sono stati interrotti a causa del blocco dei fondi destinati a tali progetti.
La Chiesa del Carmine è la "vittima" di queste piccole lotte, di queste ripicche che non portano a nulla se non ad un rallentamento ulteriore della nostra realtà culturale.
Infatti, a bloccare quest'intervento di recupero urbano sembra che siano le tensioni e la poca sintonia che vige fra la giunta comunale e quella provinciale che ha improvvisamente bloccato i fondi europei destinati al restauro della chiesa cittadina, interventi fra l'altro già da tempo iniziati.
La Provincia difende le sue scelte dicendo di aver optato per altri progetti riqualificativi più determinanti allo sviluppo turistico (Veleia Romana e l'area del Trebbia). La questione però non è quale fosse l'aspetto più importante su cui puntare gli investimenti. La chiesa del Carmine è in uno stato degradante da diversi decenni, la facciata è completamente sfaldata e la struttura stessa è pericolante. La si stava recuperando, offrendo a Piacenza un'opportunità per rimpossessarsi di un bene dal grande valore storico ed artistico e di riqualificare una zona bellissima del centro. Ora è tutto fermo, non so chi di questa situazione ne beneficerà; fatico davvero a darmi una risposta.

2 commenti:

LaVale ha detto...

mi dai una brutta notizia con questo post. E io che avevo pensato "finalmente"... e invece finalmente un bel niente. E poi mi chiedo perchè, per lavorare per la salvaguardia storica e culturae del mio Paese sono dovuta andare lontanto???!!! lontano, trascurando proprio mie le radici e la loro bellezza che vorrei non andasse persa. Si, me lo chiedo, e poi mi do la risposta, tutta sottointesa in questo post. E purtroppo di nuovo non siamo isola felice, siamo miseramente coerenti con questa Italia che non investe nel suo patrimonio. Fanculo, se mi permetti

Massimo Mazzoni ha detto...

non hai idea di quante volte passo x matto per come millanto le qualità e le bellezze della nostra terra. Negli ultimi anni mi sono fatto tante illusioni sul fatto che le cose potessero cambiare. Che Piacenza potesse diventare degna del suo passato attraverso la riqualificazione delle proprie piazze ed il riassetto totale della sua urbanistica. Il centro di Piacenza ha sempre avuto un enorme limite, quello delle aree militari: la possibilità della loro dismissione è unica e potrebbe aprire scenari suggestivi per una nuova città nella città, dove si recupererebbero zone enormi e di grande importanza storico artistica . Dubito che realtà simili alla nostra possano avere un jolly di questo calibro da giocare, specialmente con l'Expo2015 alle porte. La chiesa del Carmine era uno dei progetti tesi a recuperare un'importante monumento e, specialmente, per fungere da traino per la rivitalizzazione del centro storico, dove al suo interno si sarebbe dovuto promozionare tutto quello che riguarda l'enogastronomia piacentina. Si poteva non essere concordi su l'utilizzo del tempio ma tutti saremmo stati soddisfatti nel veder salvato una parte del nostro patrimonio culturale. Purtroppo da noi prevale sempre la cultura "del proprio orticello", ed i buoni propositi di "fare sistema" si rivelano puntualmente aria fritta.
Che tristezza!