All'interno dell'edificio sono conservate le reliquie di San Vittore e di Sant'Antonino martire, patrono della città, soldato della Legione Tebea il cui corpo venne decapitato nei pressi di Travo in Val Trebbia. La chiesa subì ripetuti saccheggi fino al X secolo, in cui venne completamente distrutta per essere poi ricostruita nel 1014, su iniziativa del Vescovo Sigifredo.
Sant'Antonino rappresenta uno degli esempi di architettura religiosa più arditi; la planimetria è a tre navate, orientata ad est, con transetto occidentale, da cui si accede all'ingresso della basilica attraverso un bellissimo atrio del 1450, detto "Porta del Paradiso", opera di Pietro Vago; L'atrio è un prolungamento del transetto ed è costituito da un imponente arco ogivale, sormontato a sua volta, da un elegante rosone e da pinnacoli che aumentano la verticalità della chiesa stessa. Di assoluta originalità è la splendida torre ottagonale, soluzione architettonica unica in città.
La basilica è adornata da stucchi e da affreschi seicenteschi di Camillo Gavasetti, mentre, purtroppo, restano solo alcune tracce di quelli del XI secolo, presenti nei sottotetti della navata maggiore, che dovevano coinvolgere l'intero edificio creando così uno splendido ciclo pittorico.
Chiesa di Sant'Antonino
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