L'edificio è della metà del settecento, per eleganza, ricchezza e pregio artistico è sicuramente uno dei palazzi patrizi più importanti della città. La facciata è posta su Via Giordani, mentre un'altro lato s'affaccia su Piazza S. Antonino. Di grande impatto scenografico è il cancello in ferro battuto, che lascia intravedere il cortile ed il giardino interno. Prendo spunto per parlare del Palazzo "Anguissola Rocca", da un articolo tratto da www.liberta.it, dove viene data la notizia, che l'associazione Piacenzarte avrà come propria sede, il salone d'onore al piano rialzato, dove promettono di promuovere eventi culturali come mostre, concerti e salotti letterari. Questa può essere un'ottima occasione per far conoscere e rendere al servizio della città un nuovo bellissimo spazio culturale.
di ANNA ANSELMI tratto da www.liberta.it
Torna a rivivere il sontuoso salone delle feste di Palazzo Anguissola di Cimafava-Rocca, aprendo le porte al pubblico, a conclusione degli ultimi, impegnativi restauri. Dopo la giornata inaugurale, sabato 29 settembre (ingresso a inviti), la giovane associazione Piacenza Arte ha infatti intenzione di ospitare, negli spazi settecenteschi della nobile residenza, conferenze, concerti e, in generale, iniziative culturali, a partire dalla contiguità con una delle istituzioni cittadine più importanti: il Teatro Municipale. Palazzo Anguissola di
Cimafava si trova infatti all'angolo tra via Giordani e piazza Sant'Antonino, di fronte al quasi coevo massimo teatro piacentino. «L'associazione si è costituita nel 2005, ma - spiega la presidente
Carla Romana Raineri - per renderla operativa abbiamo dovuto aspettare il completamento dei lavori, avviati cinque anni fa». Carla Romana Raineri, magistrato al tribunale di Milano, è proprietaria di una parte dell'immobile, frazionato in passato tra più condomini, accanto alla porzione mantenuta dalla famiglia Nasalli-Rocca. Piacentina - il bisnonno paterno era l'agronomo, giornalista e uomo politico Giovanni Raineri, il padre della nonna paterna era il basso Cesare Melzi -trasferitasi da tempo a Milano, Carla Raineri spera molto nel ruolo di catalizzatore culturale che un luogo come Palazzo Anguissola di Cimafava può giocare all'interno del centro storico. In una posizione per altro strategica, a pochi passi da piazza Cavalli, piazza Duomo, il conservatorio "Nicolini"... La sede dell'associazione sarà al piano nobile dell'edificio, in un
appartamento che alterna stanze con affreschi ottocenteschi (scene con cavalieri) ai delicati stucchi tra le grottesche dipinte nel '700. «Le idee sono tante. Il filo conduttore dovrebbe essere la musica, ma
affrontando anche temi di approfondimento che attraversano diverse discipline, ricreando una sorta di salotto letterario». All'inaugurazione, Paolo Bosisio, direttore artistico di Piacenza Arte, nonché docente ordinario di storia del teatro all'università di Milano, presenterà il programma iniziale dell'associazione, che haintanto cominciato a collaborare con il "Nicolini" e il suo direttore, Fabrizio Garilli. Alcuni allievi si esibiranno in quartetto d'archi proprio in occasione del vernissage, nel cortile e nel salone delle feste di Palazzo Anguissola-Rocca. Il sito internet di Piacenza Arte (www.piacenzarte.it) consente già di "entrare" virtualmente nell'edificio e di conoscerne per cenni la storia, insieme agli ultimi
lavori. Il restauro è stato diretto da Piergiorgio Armani, architetto,
e Alberto Catulli, ingegnere, sotto la supervisione della Soprintendenza per i beni architettonici. Lo scalone, dalla balaustra in granito di Baveno, e l'affresco sul medaglione della volta ("Alessandro tra Giove e Mercurio" del milanese Federico Ferrario) sono stati affidati alle cure della restauratrice Alessandra D'Elia.
Non si conosce con sicurezza il nome dell'architetto che disegnò il palazzo nel secolo XVIII, accorpando più case preesistenti, appartenenti a vari membri della famiglia Anguissola, tra le più antiche del Piacentino.
Giorgio Fiori, nel quarto tomo dell'opera "Il centro storico di Piacenza", dedicato al quartiere di Sant'Antonino, precisa come il ramo principale della famiglia riuscì a riunire le diverse abitazioni nelle proprie mani tra il 1726 e il 1727, senza peraltro arrivare fino a piazza Sant'Antonino, meta raggiunta soltanto ai primi dell'800, quando erano già subentrati i Rocca. Nel 1752 Ottaviano e Giovanni
Anguissola sottoposero ad approvazione un progetto, redatto - ipotizza Fiori - dal loro tecnico di fiducia, Gianandrea Boldrini, ingegnere ducale dal 1775. Attribuzione che veniva avanzata anche da Anna Maria
Matteucci nei "Palazzi di Piacenza. Dal barocco al neoclassico", evidenziando le affinità nel «dilatarsi dell'atrio» e nella «grafia elegante delle volte» con Palazzo Mandelli, per il cui progetto si fa lo stesso nome di Boldrini. Tipologicamente Palazzo Anguissola di Cimafava, sviluppato su uno schema a U, è memore di soluzioni adottate in area lombarda, come «gli archi che reggono la cancellata verso il giardino e il percorso pensile che unisce le due ali».
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