All'interno dell'ampia area del Polo di mantenimento pesante nord, vi sono contenuti i ruderi della fortezza Farnesiana, fatta erigere nel 1547 per ordine del duca Pierluigi Farnese, signore della città. La costruzione venne affidata all'architetto Domenico Giannelli, che racchiude il castello ducale in una cinta perimetrale pentagonale dal perimetro di oltre 1500 metri e, inglobava in esso, il monastero di San Benedetto, espropriato da Pierluigi per potervi edificare la propra fortezza.
Il castello, situato nella parte occidentale della città, era inserito nella rinascimentale cinta muraria cittadina, aveva principalmente uno scopo difensivo dagli attacchi esterni e di sottomissione nei confronti dei cittadini stessi.
Pierluigi Farnese, noto per la sua tirannia, si attirò l'odio dell'arisocrazia piacentina che, con la collaborazione di Ferrante Gonzaga, parteciparono alla famosa congiura (P.L.A.C) che sfociò nell'assassinio di Pierluigi Farnese proprio nel 1547.
L'edificio, composta da una parte centrale con cinque baluardi circondati da un fossato. Dei numerosi camminamenti e cunicoli sotterranei, sono pervenuti solamemte quelli posti a Nord.
La chiesa di San Benedetto, occupata dalle truppe francesi agli inizi del XIX secolo e adibita a deposito delle munizioni, la sera del 18 luglio 1805 fu distrutta da un'esplosione della polvera da spero che vi era conservata. In seguito, il castello fu sede della guarnigione austriaca che scelse quest'ubicazione per l'ottipa posizione strategica per potesi difendere ed attaccare a loro volta la popolazione piacentina. Nel 1848, con l'abbandono delle truppe austiache dalla città, il podestà Fabrizio Gacardi proclamò la distruzione del castello, divenuto dalla sua costruzione, simbolo di oppressione e terrore per la cittadinanza.
La demolizione dell'edificio fu eseguita a furor di popolo e molte delle pietre furono utilizzate per delle nuove dimore cittadine. Attualmente, permangono solo alcuni resti della cinta muraria ed alcuni camminamente sotterranei, ottimamente conservati dall'arsenale militare che ancor oggi vi risiede.
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