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martedì 24 dicembre 2013

La statua di sant’Antonino a Piacenza


Da oltre dieci anni ruota incessantemente in fondo al Pubblico Passeggio a Piacenza, proprio dove oggi una rotonda le fa da cornice; non ci stiamo riferendo a una trottola o a una giostra come a qualcuno piace paragonarla, ma alla statua simbolo della cristianità piacentina, il simulacro dedicato al nostro Santo, e donato ai piacentini da benefattori.
Ebbene sì, un complicato congegno elettromeccanico permette alla statua di sant’Antonino di ruotare di ben novanta gradi ogni ora, e proteggere così tutte le parti della nostra città, come in un rito apotropaico di tutto rispetto.
Le vicende legate a questo emblema sono tantissime e ricche di dettagli, ma in questa sede saranno trattate sinteticamente con il solo scopo di fissare alcuni dati importanti e condividere alcune peculiarità circa quest’opera straordinaria.
L’idea di donare una statua con l’effige di sant’Antonino a Piacenza nacque dall’unione di numerosi Club legati al territorio e con il sostegno inoltre delle amministrazioni locali, Diocesi e Fondazioni.
L’opera fu progettata dal Maestro piacentino Sergio Brizzolesi che dopo aver realizzato il bozzetto con la visione di un giovane soldato del cristianesimo che regge con una mano lo stendardo cittadino e con l’altra una croce, stupì i presenti che promossero questa concezione innovativa di sant’Antonino.
Allo stesso tempo però, si avviò un meccanismo poco felice, soprattutto tra i cittadini che puntarono il dito verso questa realizzazione, sia per i costi e soprattutto per la sistemazione della stessa.
La discussione sulla posizione fu accesissima, tanto che si pensò di aprire un referendum sul giornale locale e le proposte dibattute furono in elenco: p.zza Sant’Antonino, presso la stazione ferroviaria, a barriera Torino, nella piazzetta di Santa Maria in Cortina, accanto al cavallo di Cassinari in piazzetta Tempio oltre che all’attuale e definitiva posizione che sbaragliò tutte le altre.
Purtroppo il progetto stava quasi per arenarsi a causa dei continui dissensi dei cittadini che toglievano entusiasmo ai promotori finché un bel giorno arrivò da oltre oceano la proposta di un individuo che voleva accollarsi tutte le spese di fusione, progetto e realizzazione.
Si trattava di Piero Mussi un piacentino emigrato negli anni ’70 in California e oggi importante punto di riferimento negli U.S.A. nel settore delle fusioni artistiche.
Una volta realizzata, l’opera fu imbarcata e attraverso il canale di Panama s’indirizzò verso il mar Mediterraneo seguendo forse rotte colombiane fino al porto di Genova.
Da quel 10 novembre 2001 il crocevia, Corso Vittorio Emanuele - via Genova, ha perso quella banalità che non lo distingueva da nessun altro quadrivio cittadino, da allora è un punto di riferimento e attrazione per cittadini e turisti.
Invito, soprattutto i dissidenti, quelli che non hanno mai apprezzato questo cantone di storia recente della nostra città, ad avvicinarsi e osservare ogni dettaglio, non solo della statua ma anche del basamento.

articolo di: Claudio Gallini

Alcuni siti consigliati:
Artworks Foundry (Piero Mussi): http://www.artworksfoundry.com


Didascalia Foto: la statua è posta a verifiche statico-dinamiche prima della posa definitiva. 
Fonte Foto: (D. PONZINI, Antonino di Piacenza, TIP.LE.CO., 2001)



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