Da
oltre dieci anni ruota incessantemente in fondo al Pubblico Passeggio
a Piacenza, proprio dove oggi una rotonda le fa da cornice; non ci
stiamo riferendo a una trottola o a una giostra come a qualcuno piace
paragonarla, ma alla statua simbolo della cristianità piacentina, il
simulacro dedicato al nostro Santo, e donato ai piacentini da
benefattori.
Ebbene
sì, un complicato congegno elettromeccanico permette alla statua di
sant’Antonino di ruotare di ben novanta gradi ogni ora, e
proteggere così tutte le parti della nostra città, come in un rito
apotropaico di tutto rispetto.
Le
vicende legate a questo emblema sono tantissime e ricche di dettagli,
ma in questa sede saranno trattate sinteticamente con il solo scopo
di fissare alcuni dati importanti e condividere alcune peculiarità
circa quest’opera straordinaria.
L’idea
di donare una statua con l’effige di sant’Antonino a Piacenza
nacque dall’unione di numerosi Club legati al territorio e con il
sostegno inoltre delle amministrazioni locali, Diocesi e Fondazioni.
L’opera
fu progettata dal Maestro piacentino Sergio Brizzolesi che dopo aver
realizzato il bozzetto con la visione di un giovane soldato del
cristianesimo che regge con una mano lo stendardo cittadino e con
l’altra una croce, stupì i presenti che promossero questa
concezione innovativa di sant’Antonino.
Allo
stesso tempo però, si avviò un meccanismo poco felice, soprattutto
tra i cittadini che puntarono il dito verso questa realizzazione, sia
per i costi e soprattutto per la sistemazione della stessa.
La
discussione sulla posizione fu accesissima, tanto che si pensò di
aprire un referendum sul giornale locale e le proposte dibattute
furono in elenco: p.zza Sant’Antonino, presso la stazione
ferroviaria, a barriera Torino, nella piazzetta di Santa Maria in
Cortina, accanto al cavallo di Cassinari in piazzetta Tempio oltre
che all’attuale e definitiva posizione che sbaragliò tutte le
altre.
Purtroppo
il progetto stava quasi per arenarsi a causa dei continui dissensi
dei cittadini che toglievano entusiasmo ai promotori finché un bel
giorno arrivò da oltre oceano la proposta di un individuo che voleva
accollarsi tutte le spese di fusione, progetto e realizzazione.
Si
trattava di Piero Mussi un piacentino emigrato negli anni ’70 in
California e oggi importante punto di riferimento negli U.S.A. nel
settore delle fusioni artistiche.
Una
volta realizzata, l’opera fu imbarcata e attraverso il canale di
Panama s’indirizzò verso il mar Mediterraneo seguendo forse rotte
colombiane fino al porto di Genova.
Da
quel 10 novembre 2001 il crocevia, Corso Vittorio Emanuele - via
Genova, ha perso quella banalità che non lo distingueva da nessun
altro quadrivio cittadino, da allora è un punto di riferimento e
attrazione per cittadini e turisti.
Invito,
soprattutto i dissidenti, quelli che non hanno mai apprezzato questo
cantone di storia recente della nostra città, ad avvicinarsi e
osservare ogni dettaglio, non solo della statua ma anche del
basamento.
articolo di: Claudio
Gallini
Alcuni
siti consigliati:
Sergio
Brizzolesi: http://www.sergiobrizzolesi.net
Artworks
Foundry (Piero Mussi): http://www.artworksfoundry.com
Didascalia Foto: la statua è posta a verifiche statico-dinamiche prima della posa definitiva.
Fonte Foto: (D. PONZINI, Antonino di Piacenza, TIP.LE.CO., 2001) |
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