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lunedì 20 luglio 2009

epigrafi piacentini - Osvaldo Barbieri (Bot)

Da un idea di Claudio Gallini, andremo a raccontare brevemente le vite di alcuni illustri piacentini, concittadini che, dopo la morte, sono stati onorati da epigrafi commemorative che potessero celebrare ai posteri le loro gesta.
Il primo piacentino con cui iniziamo è Osvaldo Barbieri il "Terribile" meglio noto come Bot, sicuramente l'artista piacentino più estroso e bizzarro del secolo scorso.
nacque Il 17 Luglio 1895, in via Beverora 39, da padre e madre panettieri, BOT appartiene alla nuova generazione di pittori futuristi del primo trentennio del novecento. Bot, venne influenzato da varie correnti artistiche, dal cubismo al surrealismo, dall'espressionismo fino ad arrivare al futurismo e all'arte oggettuale.
Amico di Marinetti (fondatore del futurismo), aderì alla nuova corrente culturale, senza però mai lasciarsi troppo condizionare dalla stessa. A Milano frequentò "Umanitaria” e ebbe rapporti con l’ambiente artistico e culturale della scapigliatura milanese.
La sua vita fu un susseguirsi di polemiche, sollevate in parte dal suo storico rivale, Luciano Ricchetti (con il quale divise tra l’altro lo studio nel 1942). Bot, insieme a Mario Cavaglieri, diedero una decisa svecchiata alla tradizionale pittura piacentina che, da Ricchetti, Sidoli e Ghittoni, era perfettamente rappresentata.
Partecipò alla Biennale di Venezia (1930 e 1932), tenne personali a Milano Roma e naturalmente nella sua Piacenza.
Sempre egli anni ’30 lavorò alla prima serie delle “Ferroplastiche”, Pubblicò saggi futuristi, tra cui “Autoritratto futurista”, con prefazione di Marinetti, e “Flora futurista”. Creò inoltre cartelloni pubblicitari, carte da gioco futuriste e fondò a Piacenza una sede del movimento. Nella seconda metà degli anni trenta fu in Libia, ospite di Italo Balbo, dove pubblicò “pennellate sull’Africa” e tenne una mostra personale.
Alcune sue opere sono conservate presso la Galleria D’arte piacentina Ricci Oddi.
Osvaldo Barbieri morì a Piacenza il giorno 9 novembre 1958 in via S.Eufemia, 21 con alle spalle oltre tre decenni di intensa attività artistica.

Testo di: Claudio Gallini e
Massimo Mazzoni

foto di: Claudio Gallini- Viale Beverora (Piacenza)

Osvaldo Bot

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