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domenica 27 luglio 2008

Tempo di vacanze...

Apro questo post per augurarvi una buona estate e delle buone vacanze, specialmente per chi avrà la fortuna, o forse l'ha già avuta, di trascorrere qualche giorno al mare, in montagna o dove meglio crediate.
Ultimamente gli aggiornamenti sono più sporadici, mi riprometto però di riprendere a Settembre con una periodicità almeno settimanale..
Vi invito intanto ad una collaborazione e ad una partecipazione più attiva al blog, sia a livello di idee che per quanto concerne la promozione e lo sviluppo del nostro territorio in tutti i suoi aspetti.
Per quanto riguarda la città, riesco ad essere abbastanza fornito sulla sua storia, sulle foto e sulla situazione attuale della medesima. Sono invece più carente sull'aspetto faunistico, fotografico e storico della provincia. Per chi volesse inviarmi: foto, articoli personali, curiosità, di tutto quello che rappresentano l'eccellenze di Piacenza e Provincia, in termini di: Arte, Storia, Natura, Cultura ed Eno-Gastronomia, è ovviamente ben accetto.
Grazie anticipate a chiunque darà il proprio contributo.

PS: Ovviamente, su ogni materiale fornito, verrà citato il legittimo autore dello stesso.
Massimo

4 commenti:

LaVale ha detto...

Ti ringrazio per l'esistenza di questo blog. Lo apprezzo moltissimo.
Ha lo stesso tono nostalgico che sento crescere insieme alla mia età anagrafica, man mano che vedo la Nostra città cambiare, a volte in bene, a volte in male, altre rimanere statica senza evoluzioni di mentalità, che tanto le gioverebbero... vanno a cambiare dove più la danneggiano.
Un simbolo tra tutti?? Vedere tramutato il ristorante di Renato nell'ennesima banca, una banca di quelle nuove, della corsa al prestito e alle cose che ci si vuole concedere anche se lo stipendio non lo permette.
In via Calzolai quando ero bambina c'era Benito, il salumiere, con l'affettatrice rossa a manovella, che ogni volta mi regalava una fettina di salume. Il profumo dei suoi insaccati stagionati invadeva la strada.
C'era un piccolo alimentari dove ora ci sono negozi di abbigliamento trendy.
Una drogheria sull'angolo con via Poggiali, con una signora sempre uguale, mentre ora c'è un negozio che vende design astruso per le case di una buona borghesia, certamente originale nel volersi arredare gli appartamenti.
E' rimasto Giuseppe, il macellaio del cavallo. Uno dei pochi rimasti in una città dove la carne equina è base dell'alimentazione. Alla faccia dei nuovi vegani. Ave a Giuseppe quindi.
Sto perdendo il filo seguendo solo quello dei ricordi.... e mentre parlo mi sento vecchia, anche se non ho ancora 28 anni, mi sento veramente di un'altra generazione, quella che si ricorda ancora le nonne che in camicione o vestaglia, portavano la sedie in cortile per chiacchierare nei pomeriggi di canicola.
E Piacenza cambia. Ormai nemmeno troppo lentamente. In fondo Manzotti ha testimoniato tutti i cambiamenti nell'ultimo secolo, e penso che nelle scuole dovrebbero inserire almeno un'ora alla settimana di lezione sulla memoria storica, tanto per far sapere fin dove arrivava il Po, come sono stati i cambiamenti urbanistici, o che l'orrendo palazzo dell'Ina che deturpa piazza Cavalli non è sempre esistito. Per far sapere che Piacenza ha tesori nascosti fantastici.
Perchè solo alle elementari mi hanno portato in Arsenale per vedere la cittadella, le antiche mura, la porta della città??? perchè noi cittadini non possiamo usufruire di quelle bellezze?
Sono la nostra storia!!!
In fondo penso che la gente apprezzerebbe, basta guardare il buon riscontro che sempre hanno le giornate Fai di primavera in cui ci vengono riaperti certi siti storici.
Ma in fondo siamo fortunati... le mura romane le possiamo vedere ogni giorno volendo... andando a passeggiare sul tappeto verde sintetico del Borgo Faxal. Una cagata pazzesca, un brivido giù per la schiena, l'inestetismo che si fa quotidianità.
Vivo lontana da Piacenza ormai da 8 anni. La pensavo una realtà troppo sonnacchiosa, ma sono andata a stare peggio. Chissà se solo per colpa del richiamo del cotto e delle radici, del Po e delle origini.
Da qualche mese sono tornata, non so se in via definitiva. La rivedo e la ritrovo sempre bella, a tratti immutata, nelle vecchie vie del centro. MA il centro sta morendo, le sue botteghe anche. TRoppe nuove catene in franchising. Troppe cose per il consumo. Troppo global e poco local. E con questo non voglio sembrare chiusa ai cambiamenti, anzi. Mi piace andare a fare buoni aperitivi in bar curati, mi piace l'happy hour... ma amo anche i bar come quello del quartiere di sant'agnese - la cui festa va a perdersi per mancanza di giovani che la organizzano - dove il vino te lo danno nella scodella, e passa la signora con la padella di picula o di lesso.
Siamo l'inizio e la fine del Mondo Piccolo, forse per questo un po' chiusi, per mantenere un'identità di abitanti di terra di confine.
Abbiamo risorse inimaginate ormai.
Abbiamo bisogno di far risorgere il centro storico, alla faccia di tutti quegli accidenti di centri commerciali. Abbiamo bisogno di circoli culturali nelle vecchie vie, dove fare musica dal vivo, reading di letteratura, commedie dialettali. Abbiamo bisogno di qualcosa che diventi un appuntamento fisso, un punto di riferimento per la cittadinanza. Anche in via roma sarebbe bello affiancare una nostra vecchia osteria con un bel locale arabo. La tecnica che hanno usato a Genova per far risorgere i vicoli, restituirli ai cittadini che forse se ne erano scordati.
Sarebbe bello mettere dei pannelli fotografici delle vecchie foto di Manzotti, dislocati per le vie, per vedere la città come è cambiata...
Scusa lo sproloquio Massimo.
Ho solo voglia di vedere ancora Piacenza amata dai piacentini

Valentina (tillo980)

Massimo Mazzoni ha detto...

Grazie a te Valentina, grazie per il fatto di visitare ed apprezzare questo blog ma, soprattutto, per le cose che hai scritto! Cavolo, ancora un po' mi commuovo! Hai toccato tanti punti, personalmente centrandoli tutti.
A volte mi sento ridicolo, essere nostalgici alla soglia dei trent'anni può risultare paradossale, eppure, ripensando a come la città sia cambiata, a tutti quei negozi o locali che negli anni sono stati sostituiti da banche o da box per auto, da aree del centro liberamente modificate come se fossero prive di valenze storiche ed artistiche. Mi manca sentire il vernacolo locale, quella lingua che solo i nostri vecchi sapevano e sanno ancora parlare, che le nuove generazioni hanno sempre più snobbato con il rischio di una cancellazione di un nostro patrimonio culturale.
Sapere che ci sono ancora giovani che si emozionano passando in Piazza Cavalli o passeggiando per i vicoli della città, non solo mi stupisce ma mi da una grande gioia.
A volte, proprio viaggiando o addirittura vivendo in un'altra realtà dalla nostra, ci si rende conto dei limiti ma anche di tutte quelle peculiarità di cui il nostro territorio dispone che, purtroppo, vengono sottovalutate per prima proprio dai piacentini stessi.

Gregory ha detto...

Anch'io colgo l'occasione per ringraziarti Massimo di questo blog. Pur essendo io un piacentino a metà, della provincia oltretutto, a Piacenza risiedo ormai da quasi dieci anni e mi ci sono affezionato. Ne scorgo il potenziale inespresso e mi sento emotivamente coinvolto nelle decisioni che riguardano il suo futuro.
Purtroppo temo che le amministrazioni succedutesi negli anni a Palazzo Mercanti, a prescindere dal colore politico rappresentato, troppo abbiano favorito un certo tipo di sviluppo, il quale inevitabilmente, senza l'ausilio di convinte misure di tutela culturale, é andato a indebolire fortemente il delicato ecosistema urbano del centro città.
Il caso emblematico di Borgo Faxhall, citato da Valentina, mi ha fatto venire in mente una lettera scritta anni fa da Sesenna per Libertà (che ho conservato) in cui veniva rimpianto lo sporco muro perimetrale dell'area. Ce ne vuole per rimpiangere un muro simile, eppure visto ciò é sorto al suo posto, fatico a non essere d'accordo. E' una vergogna senza se e se senza ma.
A Lodi, seguendo una filosofia urbanistica simile, almeno é stato ingaggiato un Renzo Piano: E' nato si un bisonte vicino al centro storico, ma come estensione dello stesso, in termini qualitativi e di socialità, non come fortezza dello shopping dove addirittura i marciapiedi hanno un orario di chiusura. Di nuovo, é una vergogna.

“Il sito dove sorge la nuova sede della Banca Popolare di Lodi è caratterizzato da una grande piazza, coperta da una leggerissima tensostruttura in vetro e cavi d’acciaio. Questo è un progetto che integra e completa la città: è un bastione, ma anche una strada interna pubblica; è una banca, anzi, “la Banca”, ma al tempo stesso è una piazza, arricchita dal
verde...”.
(Renzo Piano, 1997)

Incrociamo tutti le dita e vediamo cosa succederà all'ex Acna. I presupposti per un buon intervento ci sono. Speriamo bene.

Massimo Mazzoni ha detto...

Grazie mille Gregory! La pensiamo allo stesso modo, anch'io come te sono straconvinto delle enormi potenzialità di Piacenza e della sua provincia. La città specialmente è ai più sconosciuta, la maggiorparte delle persone che la visita è gente di passaggio che, quasi casualmente, vi fanno una veloce capatina, visitano in tutta fretta Piazza Cavalli, il Duomo e poi scappano verso altri "lidi" ben più celebrati e promozionati di Piacenza senza immaginare quanto altro ancora ci sarebbe da poter visitare.
Abbiamo un centro storico ricchissimo di arte e di storia eppure, se si domanda al 99% dei piacentini di cosa di bello si può vedere in città, la stragrande maggioranza nel migliore dei casi risponderanno: Piazza Cavalli ed il Farnese, per il resto il centro offre ben poco... Le altre possibili risposte non sarebbe carino riportarle...
Molto spesso la gente ignora che all'interno delle mura Farnesiane sono contenute un centinaio di chiese (alcune di esse meravigliose), tantissimi e prestigiosi palazzi nobiliari (in regione solo Bologna ne possiede un numero maggiore) e tanti angoli caratteristici di quella "Piacenza vecchia" che andrebbe riscoperta.
Qui, l'idea di Valentina di diffondere attraverso i ristoranti ed i negozi (alcuni lo fanno) le immagini storiche della città è ottima! aiuterebbe a conoscere e a comprendere come Piacenza sia mutata negli ultimi 50-60 anni, spesso in peggio.
Gregory tocca un tema che mi sta particolarmente a cuore: La riqualificazione urbana del centro, il quale, ultimamente, ha subito degli interventi che ritengo a dir poco scellerati; Via Scalabrini e Stradone Farnese sono gli ultimi esempi più eclatanti.
L'area ex Acna, le possibili dismissioni delle aree militari, il recupero dell'area detta "baia di San Sisto", potrebbero cambiare radicalmente il volto di Piacenza facendole fare davvero un notevole salto di qualità.