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mercoledì 1 giugno 2011

Groppallo ed i suoi oratori

Il comprensorio parrocchiale di Groppallo, possiede un incommensurabile patrimonio artistico ed architettonico, decretato anche dalla presenza sul territorio di numerosi oratori dislocati in questa porzione di alta val Nure a cavallo del rio Lavaiana. Ognuno di questi sacelli, oltre a tramandare una fede radicata nel tempo, ha una propria storia, vasta da
riportare in questa sede, ma che comunque meriterebbe una particolare attenzione e sensibilità dalle amministrazioni locali e dagli organi preposti alla custodia dei beni artistici, quali sono queste preziose strutture.
Il capitano Antonio Boccia, già nel 1805, ricordava nel suo “Viaggio ai monti di Piacenza”, la presenza inquesta zona di diciotto oratori dislocati in diciotto ville della parrocchia di Groppallo; a distanza di duecento anni la conta di queste strutture si è amaramente dimezzata a causa del loro crollo, dovuto all’incuria ed all’abbandono.
Alcuni di questi edifici, risalgono addirittura al XVI sec. come ad esempio l’oratorio di “Santa Maria Maddalena” di Groppazzolo, unico della zona ad avere un vero e proprio campanile, una volta utilizzato come torre di avvistamento data la notevole visuale verso sud sulla val Lavaiana.
L’oratorio di Coletta, intitolato alla “Visitazione di Maria ad Elisabetta” insieme a quello di Comineto, devoto a “S. Michele Arcangelo”, furono invece edificati attorno al XVII secolo e la loro storia è strettamente legata alla “Via degli Abati”: un antico percorso che conduceva i monaci dal monastero di Bobbio fino a Pontremoli attraverso gli Appennini, per poi congiungersi con la più nota Via Francigena.
Anche se non confermato, l’oratorio di Banzolo, ricostruito nel 1631, sembrerebbe avere stretti legami con il percorso “Bobbio – Pontremoli” appena citato, e risulterebbe esser stato in passato un ospizio di proprietà dei monaci del monastero di San Colombano a Bobbio. Quello che è certo è che la sua devozione a “S. Rocco” è un dono per la fine della peste del 1600.
Altri importanti oratori, risalenti bensì al XVIII secolo, sono quello di Pometo, dedicato a “Santa Rita da Cascia”, quello di Roncolo, intitolato a “Santa Teresa d’Avila” e proprietà della famiglia Bruzzi, l’oratorio di “S. Agostino” a Poggio, l’oratorio di Costabiancona devoto a “Maria Bambina” e quello di Mangiarosto intitolato a “San Girolamo Emiliani”.
L’insieme di queste costruzioni, con altre non qui citate come ad es. gli oratori dei Frè e Strarivo o la torre di Selva, costituisce un’importante ricchezza del nostro territorio montano valnurese, e sarebbe un sacrilegio permettere che il tempo le logori mestamente oltre a rimanere sconosciute.
Nel 2003 era partita un’interessante iniziativa della Provincia di Piacenza denominata “itinerari della fede” con lo scopo di far conoscere, attraverso escursioni estive, la storia di queste chiesette, e quindi far conoscere i nostri luoghi, con una spinta turistica rilevante.
Per il rilancio del nostro territorio, sarebbe importante riprendere mano a questo bellissimo progetto che porterebbe, attraverso percorsi culturali, un accrescimento della sensibilità verso queste costruzioni, che proteggono al loro interno, preziosità non indifferenti, da salvaguardare.
Le opere di cura od eventualmente di ristrutturazione, sono sforzi onerosi che non possono essere affrontati soltanto dagli enti locali, soprattutto montani, visti anche i tempi di recessione che corrono. La speranza è che, attraverso proposte culturali, si attivino le sopraintendenze ai beni artistici e/o eventuali sponsor capaci di dare un ampio aiuto economico alla salute delle nostre radici di fede: dite che è un’utopia?

foto e articolo opera di Claudio Gallini


oratorio di banzolo
oratorio di comineto
campanile dell'oratorio de la Coletta

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