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martedì 22 aprile 2014

PIACENZA - La lapide sparita di Palazzo Gotico

https://www.facebook.com/groups/ripensandopiacenza

Avete mai visto sul lato destro del nostro Gotico,a mezza altezza,sul marmo bianco,quelle quattro borchie pendenti nel vuoto?Guardatele meglio e chiedetevi perchè stanno li' e cosa ci stanno a fare.Vi spiego l'arcano : servivano per sostenere una lapide che vi era infissa fino agli anni Cinquanta e poi è misteriosamente sparita. Occorre dire che generalmente le lapidi non sono semplici pietre grezze e recano scolpita su un lato ben allisciato una dicitura. Anche nel nostro caso la dicitura ( il cui tenore io ignoro) c'era , ma era stata resa illeggibile in quanto addossata alla parete del Gotico stesso,per cui la parte visibile era ....il dorso della lapide, ovviamente grezzo. Secondo quanto appresi anni fa dallo storico Emilio Ottolenghi sulla parte anteriore di detta lapide sarebbe stata incisa la motivazione di una condanna inflitta ad un non meglio precisato ecclesiastico per reati indefiniti. Sarebbe stato disdicevole che il fatto e la pena inflitta potessero essere esposti permanentemente al pubblico ludibrio : d'altronde il giudice aveva stabilito che la sentenza dovesse essere immortalata sulla pietra ed esposta sulla pubblica via. Fu trovata la soluzione : sentenza incisa sul marmo,lapide esposta a ...rovescio! Lo spirito italico di sempre!Il mistero avrebbe potuto (e dovuto) essere chiarito una volta per tutte leggendo una buona volta cosa c'era scritto : senonché chi tentò di delucidarlo ebbe la luminosa idea di affidare la rimozione della lapide a maestranze inaffidabili che, per rimuoverla, la fecero precipitare a terra provocandone la completa distruzione.Questo è quanto mi è stato riferito,non sono in grado di accertarne l'esattezza : la sola cosa certa è che la pietra c'era ed è sparita.

testo di Giuseppe C. Piva

integro il testo di Giuseppe Piva, con un'annotazione dello studioso Giorgio Eremo che, in un articolo apparso sul quotidiano LIBERTÀ del 15/02/2009, segnala la presenza della lastra sul "Gotico" fino agli anni sessanta; mentre, nelle foto in foto scattate nel 1971, la lastra era misteriosamente sparita.



la lastra ancora presente sul lato sinistro del "Gotico"
(© Archivio storico di Libertà)





venerdì 18 aprile 2014

T'AL DIG IN PIASINTEIN - "trid c'me la büla"

https://www.facebook.com/groups/ripensandopiacenza

Vecchia rubrica, curata dal compianto critico cinematografico Giulio Cattivelli, estratta dal periodico della Banca di Piacenza, "Banca Flash"


"trid c'me la büla"

La "büla" sarebbe la "pula", l'infimo cascame della trebbiatuta costituito dall'involucro dei chicchi (in piacentino anche "rësca"); e l'immagine è una delle tante, di cui è ricchissimo il lessico popolare, per indicare una condizione di estrema indigenza (e anche isolatamente "trid, ossia "tritato" accoglie già il senso materiale e figurato di logoro, consunto dalle avversità soprattutto economiche). Fra le altre espressioni equivalenti o affini ricorderemo "nüd c'me un beg" (nudo come un bruco), "scianc c'me un lädar" (stracciato come un ladro), "c'me l'üsel in s'la rama" (come l'uccello sul ramo), cioè sperduto, senza nido.

Testo di Giulio Cattivelli - (Banca Flash della Banca di Piacenza)